Wind Jet, tre ipotesi per spiegare l’incidente di Palermo

L’esame delle scatole nere dirà se si è trattato di errore umano, wind shear o luci pista

Errore del pilota, cattiva illuminazione del corridoio che delimita la pista, condizioni meteo difficili: si muove su tre filoni l'inchiesta della Procura di Palermo che cerca di far luce sull'incidente accaduto, venerdì scorso, a un Airbus 319 della Wind Jet, proveniente da Roma, uscito fuori pista, mentre atterrava nello scalo del capoluogo. Il pm che coordina l'indagine, Carlo Lenzi, ha aperto un fascicolo, ancora a carico di ignoti, in cui si ipotizza il reato di disastro colposo. Intanto, è stato disposto il sequestro del velivolo, fino ad oggi transennato e sorvegliato dalla polizia. L'aereo è stato parcheggiato in un'area ai margini del Falcone e Borsellino. Gli inquirenti hanno recuperato le scatole nere, che verranno inviate all'Agenzia Nazionale Sicurezza Volo – che ha aperto un'inchiesta parallela sull'incidente – per essere decriptate. Ma oltre agli accertamenti tecnici, l'inchiesta della Procura punta sulle deposizioni dei testimoni: i 123 passeggeri – una trentina dei quali rimasti lievemente feriti – e i cinque componenti dell'equipaggio. Non è stato ancora interrogato il pilota del velivolo, ricoverato in ospedale e ancora sotto choc. La Polaria lo sentirà nei prossimi giorni. La sua ricostruzione sarà importante per comprendere se l'Airbus sia finito sul prato per un suo errore o se l'incidente sia stato causato da altri fattori. Come la scarsa illuminazione del corridoio che delimita la pista, che potrebbe avere indotto il comandante in errore sulla posizione del velivolo rispetto al suolo. O come il wind shear, un fenomeno atmosferico che comporta una variazione improvvisa del vento in grado di schiacciare e spingere verso il suolo il velivolo. L'aereo, in questo caso, sarebbe finito fuori assetto; il carrello si sarebbe piegato e l'airbus, spinto, fuori pista, sarebbe atterrato sulla pancia. All'aeroporto tra tre settimane sarà installata l'antenna mobile in sostituzione di quella tranciata dal velivolo e che, attraverso il sistema Ils (Instrument landing system), permette di portare a termine atterraggi con una visuale orizzontale ridotta anche a meno di 100 metri. L'antenna fissa sarà invece ripristinata nell'arco di due mesi. "In ogni caso – spiega il presidente ell'Enac, Vito Riggio – a Palermo si può atterrare su tre piste, tra cui quella cosiddetta dello scirocco, dotata del sistema Ils".

 

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