venerdì, 22 Novembre 2024

La tv belga stronca la Sicilia tra mafia, rifiuti e inquinamento

Arte ma anche e soprattutto rifiuti e mafia. E’ alquanto impietoso il ritratto che la tv pubblica della comunità francofona in Belgio fa della Sicilia nell’articolo di presentazione del documentario che andrà in onda su Rtbf domenica 27 febbraio intitolato “Sicilia, terra devota e mafiosa” (clicca qui per la versione originale dell’articolo in lingua francese).

“L’isola più grande del Mediterraneo – è il sommario del pezzo – attrae 6 milioni di turisti ogni anno. Ci vengono per le magnifiche spiagge, i monumenti, le testimonianze del passato, la bellezza vulcanica dell’Etna e anche per le sue feste religiose. Ma dietro la bellezza dell’Isola, ci sono fatti meno brillanti”.

Durante la trasmissione, che si chiama “Le doc du Bourlingueur”, l’attore Philippe Lambillon viaggia zaino in spalla attraverso i capolavori e le piaghe della regione. “Un documentario che ci mostra – si legge nell’articolo tradotto da PalermoToday – come famiglia, matrimonio, religione e feste religiose, ma anche pesca, gastronomia e, in qualche modo, anche la mafia, hanno tutti una cosa in comune: la tradizione, che ancora pesa nella vita dei siciliani”.

“Palermo e i suoi palazzi privati, come il Palazzo Gangi, gioiello del barocco italiano, che fa risplendere il capoluogo. È qui che è stato girato Il Gattopardo di Visconti e che lo ha fatto conoscere al mondo intero”. Ma subito dopo arriva la stroncatura del contesto che circonda i tesori monumentali. “Nel quartiere turistico della città, scopriamo cumuli di spazzatura nelle stradine, la quantità di rifiuti che emana un odore irrespirabile sotto il sole è impressionante, ed è così da anni. Il paesaggio mostra cumuli di rifiuti anche ingombranti di ogni genere per decine di metri e alla città non interessa. La gente del posto chiede un po’ di dignità e ha paura di spaventare i turisti”.

Poi le ombre su Bellolampo. “Per questa città di un milione di abitanti – si legge ancora sul sito della Rtbf – esiste una sola discarica ed è gestita dalla mafia, che di fatto si inserisce a tutti i livelli nella gestione dei rifiuti. (La mafia, ndr) è sospettata dalla polizia di atti di corruzione e sono in corso diverse indagini. Quindi, quando gli abitanti non ce la fanno più, bruciano tutti questi rifiuti, provocando grandi nuvole di fumo nero sulla città!”.

Quindi l’articolo attacca anche Siracusa: “un’altra città molto turistica, che ci mostra uno spettacolo di desolazione: la gente fa il bagno con le raffinerie tutt’intorno, perché la città è il 2° centro petrolchimico più grande d’Europa, e i loro odori di idrocarburi. L’inquinamento atmosferico provoca sempre più tumori, ma le autorità si rifiutano di riconoscere un legame”.

“L’attività turistica prevede anche visite guidate un po’ particolari: il walking tour di Palermo alla scoperta dei luoghi della lotta alla mafia! La visita è offerta da un’associazione di cittadini che lotta contro il racket – molto presente in città con il pizzo, la ‘tassa’ imposta ai commercianti -, le estorsioni, e più in generale contro la mafia, radicata in Sicilia da un secolo”.

Infine un passaggio sullo stato della criminalità organizzata in città. “Se Cosa Nostra, il gruppo mafioso più potente dell’sola, responsabile dell’assassinio del giudice Falcone nel maggio 1992, è in grave declino, seppur ancora presente in modo più discreto, altri gruppi hanno preso il sopravvento”.

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