La laurea a Unipa ai tempi del Covid-19

Anche Travelnostop.com è stata coinvolta nelle “Lauree ai tempi del COVID-19”, come vengono soprannominate le discussioni che si stanno svolgendo all’Università degli studi di Palermo, nella sessione straordinaria di marzo. La nostra stagista, Chiara Di Gregorio, ha infatti vissuto questa esperienza particolare: sostenere l’esame di laurea in modalità telematica.

Dopo anni di sacrifici – racconta Chiara – io come tanti colleghi, abbiamo dovuto rinunciare al tradizionale svolgimento delle lauree, visto anche come momento di condivisione con parenti, amici e colleghi, esercitando quella che potrebbe essere la modalità del futuro. Ci sono ritrovati tra le quattro mura di casa, di fronte ad un computer, senza poter indossare la toga al momento della proclamazione, senza parenti e amici che battono le mani, senza gustare un vassoio di dolci e stappare lo spumante con tutte le persone che negli anni ci hanno sostenuti. Sembra quasi un racconto di fantascienza, ma è la triste realtà che come laureandi abbiamo vissuto per rispettare le norme in vigore“.

 

La piattaforma utilizzata è stata Microsoft teams, la quale permette a massimo 5000 soggetti il collegamento su uno stesso team. All’orario di inizio della seduta di laurea i laureandi erano chiamati ad entrare nella riunione, ognuno dei quali prima della discussione avrebbe dovuto accertare la propria identità e leggere il consenso allo svolgimento della prova per via telematica. Svolte le discussioni, la commissione si è riunita presso un altro team per definire le votazioni, che sono state comunicate agli studenti al momento della proclamazione svolta anche essa in via telematica. Il rettore di UNIPA ha comunque deciso di svolgere ugualmente la cerimonia di proclamazione, una volta che l’emergenza nazionale potrà definirsi rientrata, per garantire ai neolaureati e ai loro cari i meritati festeggiamenti.

Questa esperienza della laurea in quarantena però pone alcuni dubbi. Ed è la nostra stagista a porseli in prima battuta. Lei che ha vissuto questa esperienza da protagonista.

Ma realmente, una volta che tutto questo si sarà sistemato, vogliamo rendere lo svolgimento delle lauree in modalità telematica una pratica comune? Dopo che internet ha completamente invaso la nostra vita, siamo realmente disposti a modificare un momento che dovrebbe essere di condivisione, presenza ed emozione in un momento in cui prevale, ancora una volta, l’avanzamento tecnologico? Il coronavirus – sottolinea Chiara – ci ha fatto comprendere l’importanza di valori che davamo per scontato nella nostra vita, non ci rendevamo conto di essere felici. In presenza di una pandemia che ha coinvolto più del 50% dei paesi, la popolazione italiana non può far altro che porre dinnanzi ad ogni cosa il rispetto per un paese messo in ginocchio da un mostro invisibile. Una volta che tutto questo rimarrà un brutto ricordo, sarebbe opportuno non ripetere l’errore di farci persuadere dalla tecnologia e conservare il tradizionalismo genuino che caratterizza ancora qualche pratica sociale come il conferimento di un titolo al termine di un percorso di studi”.

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