Un terzo dei turisti che vengono in Sicilia sceglie i siti Unesco

La Sicilia è la regione italiana che vanta il maggiore numero di siti Unesco. Cinque sono siti culturali (Valle dei Templi, Villa Romana del Casale, Val di Noto, Siracusa e Pantalica, l’itinerario arabo-normanno di Palermo, Monreale e Cefalù), due naturali (Eolie ed Etna) e tre immateriali (Opera dei pupi, Dieta mediterranea e vite ad alberello di Pantelleria).

Ma davvero questi dieci siti patrimonio Unesco sono in grado di generare turismo e nuova ricchezza per l’isola? A queste domande prova a dare una risposta l’indagine condotta dall’Otie “Il Turismo nei siti Unesco della Sicilia” presentata ieri nel corso di un convegno organizzato da Confesercenti a Palermo dal presidente dell’Otie, Giovanni Ruggieri.

L’indagine, nonostante faccia riferimento al 2014, ha preso in considerazione anche l’itinerario arabo normanno entrato nella World Heritage List a maggio 2015.

A livello quantitativo, complessivamente i comuni Unesco contribuiscono all’offerta ricettiva dell’Isola con 2.460 strutture ricettive, il 43% del totale regionale, per un totale di 73.929 posti letto, di cui 63% alberghieri e il 37% extralberghieri. Il sito che offre la maggiore possibilità di alloggio è quello delle Eolie, con quasi 60 letti per ogni kmq mentre è più diradata nella zona della Villa romana del Casale.

Nel 2014 i comuni Unesco hanno attratto 1.509.840 turisti che hanno generato 4.192.129 pernottamenti, pari rispettivamente al 33% e al 28% del totale regionale.

Dal 2005 al 2014, rileva l’indagine, i comuni Unesco hanno mostrato un trend di crescita mentre negli altri comuni è stato costante. Nel corso di questi anni l’incremento maggiore è stato registrato alla Villa romana del Casale dove le presenze sono cresciute del 46% seguita da Siracusa e Pantalica, a +33%, e dalle Eolie, +23%. In calo invece le presenze ad Agrigento. Infine, nel 2014, nei siti Unesco si è avuta una ripartizione quasi equa tra flussi italiani e stranieri con un leggero vantaggio dei primi.

Per ultima, una nota negativa: il 65% dei turisti intervistati non è soddisfatto a causa di alcuni fattori: carenze nella presenza e gestione dei servizi igienici, segnaletica, pulizia e organizzazione delle biglietterie.   

Mauro Bussoni, segretario nazionale di Confesercenti, spiega che dai dati forniti dalla Banca di Italia emerge che nell’ultimo biennio le presenze turistiche degli stranieri registrano un significativo aumento a testimonianza del grande “appeal” che la Sicilia continua ad esercitare sulla domanda turistica estera.  

Per Salvo Basile, coordinatore regionale di Assoturismo Sicilia, “l’attenzione crescente per il turismo culturale si è rafforzata a fronte della consapevolezza che i benefici economici che derivano dal movimento turistico con motivazione culturale sono maggiori rispetto a quelli afferenti altri segmenti”.

“Il percorso che fa di un luogo una destinazione turistica – sottolinea Vittorio Messina, presidente Confesercenti Sicilia – non può prescindere dal coinvolgimento e dall’ascolto degli imprenditori locali. Per questo, Confesercenti intende farsi portavoce di quegli imprenditori dei siti Unesco che vogliono dare il proprio contributo per favorire la destagionalizzazione e rilanciare la competitività dell’offerta turistica siciliana”. 

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