lunedì, 25 Novembre 2024

Medifood, Ais Sicilia premia i migliori vini siciliani

Sedici le etichette premiate mentre cresce l’enoturismo

Sono sedici le etichette siciliane premiate al concorso enologico "Sicilia terra di vino", giunto alla sesta edizione e organizzato dall’Associazione italiana sommelier Sicilia per premiare i migliori vini dell’Isola. La premiazione si è svolta nell’ambito di Medifood, il salone dell’agroalimentare in programma lo scorso week-end a Catania. I riconoscimenti sono andati a ‘Nozze d’oro’ 2006 di Tasca d’Almerita, ‘Saro’ 2005 di Rudinì (Pachino), ‘Grecanico’ 2006 di Settesoli (Menfi), ‘Cygnus’ 2004 di Tasca d’Almerita, ‘Caro Maestro’ 2002 di Fina Vini (Marsala), ‘Coda della Foce’ 2005 di Cantine Barbera, ‘Amongae’ 2004 di Maggio Vini, ‘Re Noto’ 2006 di Feudo Maccari e ‘Kaid’ 2005 di Alessandro di Camporeale, ‘Primarosa’ 2006 di ‘Primaterra’ (Randazzo), ‘Mandrarossa” Furettà 2005 di Settesoli (Menfi) e ‘Rina Ianca’ 2006 di Feudo di Santa Tresa; per la categoria vini rossi d’autore vince l’Avulisi 2004 di Feudo di Santa Tresa; per i vini da dessert, infine, tre i premiati: il Marsala vergine riserva 1980 di Carlo Pellegrino, il Nes 2005 di Pellegrino-Duca di Castelmonte e Diamante d’Almerita di Tasca d’Almerita. La premiazione è stata preceduta dall’incontro dal titolo “Organizzazione e metodologia per la valorizzazione e comunicazione del territorio”, moderato dal presidente AIS Sicilia, Camillo Privitera, durante il quale sono emerse le grandi potenzialità che la Sicilia offre ma che spesso non vengono “sfruttate” in maniera positiva né dalle imprese private, né da chi è chiamato a gestire il territorio. Maurizio Ninfa, direttore delle Strade del vino dell’Etna, ha riferito come la Sicilia ed in particolare l’Etna sia già una tappa molto richiesta dal turista enogastronomico. “Partecipando alla fiere di settore, anche all’estero, – ha spiegato – ci accorgiamo che la domanda di Etna è sicuramente molto alta ma è anche richiesta una qualità dei servizi che non sempre viene offerta ai visitatori. Eppure nonostante le carenze e la mancanza di una coscienza collettiva – conclude Ninfa – si registrano ormai nella zona un buon numero di presenze destinate a crescere”.
 

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