Dalla Vucciria a New York, il grande salto dell’enogastronomia siciliana

È pronto a sbarcare nella Grand Mela la ‘Vucciria Food concept’ con circa 500 piccoli e medi produttori siciliani per andare alla conquista del mercato americano, giapponese ed europeo con prodotti di coltivazioni e produzione siciliani.

Dopo aver debuttato ad Avvinando Wine Fest, manifestazione del settore agroalimentare e vinicolo che si è svolta ai Cantieri Culturali alla Zisa, il progetto sarà ripresentato al Fancy Food di New York, dal 25 al 27 giugno, ed era già stato illustrato lo scorso 25 aprile alla New York University, ospiti del quotidiano La Voce di New York accanto allo chef Joe Bastianich.

Il marchio, La Vucciria, registrato nel 2014, è stata un’intuizione dell’imprenditore palermitano Antonio Di Dio. Ha debuttato con la donazione della targa La Vucciria posta all’ingresso di via Maccheronai, davanti allo storico mercato, diventata subito un’attrazione turistica. Adesso La Vucciria è un paniere alimentare che contiene olio, crema pura di pistacchio, conserve di marmellata di fichi d’India, arance, il condimento alla Norma, salsa di pomodoro e basilico, capperi pomodori e olive, tonno rosso del Mediterraneo e bottarga, due formati di pasta prodotta con grano locale, il sale di Trapani e la caponata.

A New York è già presente una piattaforma di import per esportare negli Stati Uniti un contenitore di sicilianità che oltre al cibo includerà anche arte e design. Ideatori sono Antonio Di Dio, general manager del marchio La Vucciria, proveniente  dal mondo del fashion e la socia Diana de Concini curatrice del marketing, che si affidano alla qualità di nicchia del prodotto e al design curato del packaging che raccoglie la tradizione siciliana nei colori e nelle forme. L’etichetta ha al suo interno il simbolo della “stidda”, la stella del carretto siciliano, realizzata dall’artista folk palermitano Roberto Cavallaro. “Abbiamo compreso – hanno detto Di Dio e de Concini – che la Sicilia sta attraversando un momento d’oro sia per il turismo sia per l’agroalimentare. Nel mondo è vista come un’eccellenza mondiale, un marchio forte, e questo diventa una leva per fare economia e sistema di imprese”.

 

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