Un patto di solidarietà per riaprire e non chiudere più: l’obiettivo di Assohotel

Un patto di solidarietà per rimettere al centro l’intera filiera turistica e ripartire senza voltarsi più indietro. Questo il senso degli interventi dei vertici di Assohotel che si sono confrontati con Toti Piscopo, direttore editoriale di Travelnostop.com, nel corso dell’ultimo appuntamento della rubrica “Vieni a prendere un caffè da noi”, dal titolo “ALBERGHI: Il risorgimento del settore ricettivo per far decollare il turismo in sicurezza”.

“Nell’800 – ha spiegato Vittorio Messina, presidente di Assoturismo e Assohotel – il Risorgimento coincise con l’Unità e la costruzione del Paese, oggi non parliamo di ripresa ma di revisione del sistema, di cambiamento di strategia. Il risorgimento è un problema comune alla filiera, dall’alberghiero all’extralberghiero, passando per adv, ristorazione, guide, animatori, taxi, ncc etc. Il turismo significa programmazione, e ogni giorno che passa in cui non spostiamo il coprifuoco, perdiamo prenotazioni a favore di Grecia e Spagna. Da qualche giorno si parla solo di turismo, ma alle parole devono seguire i fatti da parte del governo nazionale e regionale. Agli enti pubblici abbiamo chiesto un patto di solidarietà, una strategia fatta di riforma del fisco, sburocratizzazione, riforma del lavoro. Se non mettiamo mani a queste riforme, il nostro lavoro da solo non servirà a riprenderci da questo fermo di 15 mesi. Noi siamo ai nastri di partenza ma sarà una ripresa lenta, il turismo, che nelle città d’arte è assembramento, non lo rivedremo neanche nel 2022. Ma dobbiamo creare condizioni per non chiudere più, anche accelerando la campagna vaccinale. Noi non vogliamo il ‘liberi tutti’ ma restare aperti con la stretta osservanza dei protocolli anti-covid. Adesso, ci sono tutte le condizioni per ripartire bene, ma dobbiamo imparare a convivere con il covid, perchè il covid non finirà, il sistema Italia deve prendere coscienza di questo, è un’onda lunga che non ci lascerà nel breve periodo e il turista viaggiatore deve recuperare fiducia nel viaggiare, deve sentirsi sicuro nell’andare in vacanza”.

 

“Viviamo una lunghissima bassa stagione – ha aggiunto Marco Mineo, presidente Assohotel Palermo – partita a inizio pandemia e che continua. Adesso finalmente, con la zona gialla da lunedì, ci aspettiamo un primo risveglio. Certo, il colore conta ben poco, nelle città abbiamo lavoricchiato anche in quest’ultimo periodo, ma nell’ultima settimana i numeri sono in aumento, stiamo registrando un incremento, inaspettato, del 90% di camere vendute. Sono tutti segnali che ci lasciano ben sperare, anche se è tutto il sistema che deve cambiare e che anzi, doveva cambiare prima del 2020. La ripartenza avverrà prima del previsto, finora i dati sono stati peggiori anche rispetto allo scorso anno, ma quella che sta iniziando sarà una stagione più lunga che ci potrebbe consentire di vivere di turismo, però dobbiamo essere più uniti e organici”.

 

“Adesso – gli ha fatto eco Giuseppe Rosano vice presidente Assohotel Confesercenti – dobbiamo puntare sulla ripartenza in maniera seria ponderata, non come capita, altrimenti raccoglieremo poco. Già siamo in ritardo rispetto ad altre destinazioni come Spagna, Malta e Grecia. In particolare per quel che riguarda il mercato straniero, dove al momento si registra solo il 2% delle prenotazioni. Qui, in Sicilia, infatti, non vedo azioni volte a comunicare ai futuri ospiti che si può venire in vacanza in maniera sicura. Dobbiamo metterci d’impegno per convincere TO stranieri a investire in Sicilia, a incoraggiare le compagnie ad attivare nuovi voli. Se non ci prendiamo cura noi della nostra Sicilia turistica non credo che lo farà nessuno, e lo dobbiamo ai nostri lavoratori, che vogliono tornare a lavorare, dobbiamo mettere in campo azioni ed energia per  far capire che la nostra offerta turistica è già pronta a ripartire con quella sicurezza che i turisti cercano”.

Altro problema sollevato da Rosano è quello per cui l’Inda ha deciso di programmare le rappresentazioni classiche nel periodo luglio-agosto non agevolando così in nessun modo la destagionalizzazione de flussi: “Persino nell’anno della pandemia – ha concluso Rosano – ad agosto a Siracusa abbiamo fatto il 98% di occupazione alberghiera”.

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