Piange disperata perché sua mamma viene perquisita da un’agente dalla frontiera tra Messico e Stati Uniti. Emozione, cronaca, storia nello sguardo di una bambina honduregna di due anni appena. È lo scatto mondiale più bello dell’anno ed è firmato da John Moore quello che ha vinto il primo premio del World Press Photo. La cerimonia si è svolta ad Amsterdam, la città che ha dato vita al più importante concorso di fotogiornalismo al mondo organizzato dall’omonima fondazione olandese dal 1955, ed è lì che inizierà il ciclo di mostre che già dalla fine del mese approderà in Italia.
A settembre per il terzo anno consecutivo la prestigiosa esposizione tornerà in Sicilia, a Palermo, in una nuova location ancora top secret. Le prime tappe italiane, organizzate grazie all’impegno di Cime di Vito Cramarossa, saranno Bari, Torino e Napoli, oltre che Palermo che, nelle prime due edizioni, ha attratto più di 25mila persone.
In gara per il World Press Photo of the Year, oltre allo scatto “Crying Girl on the Border” di John Moore, c’era anche quello di un italiano, Marco Gualazzini, fotografo dell’agenzia Contrasto che alla fine ha vinto comunque nella categoria Ambiente, Storie, con un lavoro sulla crisi umanitaria nel Ciad. Anche il romagnolo Lorenzo Tugnoli ha vinto, lui nella categoria General News, Storie, con un lavoro per il Washington Post sulla tragedia umanitaria in Yemen. Nessun siciliano in gara quest’anno. Lo scorso anno, invece, il catanese Alessio Mamo ha vinto il secondo premio, nella categoria People.