Cluster biomediterraneo, e se fosse autogol per le eccellenze siciliane?

Mentre nasce e cresce il “Cluster biomediterraneo” di Expo2015 di cui la Sicilia è capofila, non mancano le prime polemiche. Il cluster infatti risulta composto da undici Paesi (Grecia, Libano, Egitto, Tunisia; Algeria, Malta, San Marino, Albania, Serbia, Montenegro, oltre naturalmente alla Sicilia) uniti dal filo comune delle colture tipiche dell’area mediterranea, il grano, l’olio e il vino.

Ma alcuni produttori dei più pregiati Dop siciliani temono che i loro prodotti possano essere accomunati a quelli di Tunisia, Egitto, Algeria ed altri paesi. “Come faremo a spiegare al buyer cinese o canadese che gli oli non sono tutti uguali anche se stanno nella stessa area della fiera? Come faremo a dirgli che c’è un’enorme differenza di prezzo dovuta oltre che alle qualità organolettiche anche ai costi di produzione?” si chiedono gli imprenditori isolani.

“Forse con molta superficialità, si inneggia a questo”cluster”, a questa aggregazione di varie provenienze che sventolando un certo grado di “mediterraneità” intende mischiare ogni tipo di prodotto. Già da qualche anno, a causa degli scellerati accordi “Euromediterranei”, abbiamo immolato sull’altare dell’economia le nostre identità locali permettendo alle produzioni che provengono dal nord Africa, simili alle nostre ma non certo uguali, di entrare nei mercati europei costringendo i nostri agricoltori ad abbassare prezzi e ricavi. L’ultimo affronto potrebbe essere compiuto con l’Expo: il cluster biomediterraneo, del quale si parla tanto, rischia di diventare una mazzata definitiva per le nostre eccellenze. Alla fine potrebbe trattarsi una specie di suicidio commerciale che non trova riscontro in nessuna parte del mondo”. Una lamentela che è stata raccolta dai responsabili di SWS, acronimo di Slow Web Sicilia. Si tratta di un “cluster” che intende riunire, utilizzando la piattaforma digitale, soltanto i vari segmenti che contribuiscono a comporre la variegata immagine della Sicilia senza scendere a compromessi e senza impelagarsi in improbabili azioni transfrontaliere.

 

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