La 1^ Summer School di Artù esplora il mondo dei viaggi studio

Si è conclusa con la consegna degli attestati di partecipazione la 1^ Summer School organizzata da Artù – Associazione Ricercatori Turismo, che ha scelto Agrigento per ospitare 10 giovani laureati.

Questa 1^ edizione della Summer School si è concentrata sul tema ‘DEstructuring-REstructuring the Cultural Sector. Beni culturali, turismo, gestione manageriale, pubblico e privato: ancora stranieri nella notte?’. 

Studio, visite culturali e partecipazione alla Farm Cultural Park, la cui co-fondatrice, Florinda Sajeva ha raccontato la storia di questa sorta di miracolo culturale, che ha contribuito a lanciare Favara come brand di successo.
Spazio ancjhe al confronto tra cultura laica e religiosa con l’Associazione Culturale Ecclesia Viva con visita al Museo Diocesano di Agrigento e incontro con Don Giuseppe Pontillo, direttore dell’Ufficio Diocesano Beni culturali, Arte Sacra ed Edilizia di Culto e delegato per i rapporti con la Soprintendenza.

“A mio avviso la Summer ha raggiunto il suo scopo perché ha dato ai partecipanti – ha spiegato Vincenzo Asero, docente universitario e componente di Artù – della possibilità di capire attraverso testimonianze ed esperienze dirette quante difficoltà ci sono dietro l’apparente facile connubio pubblico-privato. Alla prova dei fatti non esiste una ricetta che è valida sempre e comunque”.

“La Summer School – ha aggiunto Maurizio Giannone, funzionario della Regione e componente di Artù – punta a  valorizzazione giovani talenti attraverso momenti di riflessione critica attorno ai temi della cultura e del turismo. Vale la pena di ricordare, a tal proposito, la spinta innovativa che ha caratterizzato iniziative come ‘La vetrina dei progetti’ e i vari workshop organizzati con la partecipazione di alcuni tra i più grandi esperti mondiali del settore turistico”.

“I positivi risultati, inducono a pensare che con lo strumento del comodato d’uso, e ovviamente a particolari condizioni, le strutture ricettive e dell’accoglienza in genere potrebbero ricevere dal gestore pubblico piccole raccolte di reperti tratti dai depositi dei musei . Un uso di beni culturali a basso rischio e con felici ritorni in termini di rafforzamento del brand territoriale”, ha detto Gigi Cusimano, docente universitario e presidente di Artù.

“Agrigento deve individuare e valorizzare la  propria identità territoriale e definire la propria immagine turistica finora cresciuta all’ombra della Valle dei Templi. Una grande opportunità ma anche un limite – ha spiegato Toti Piscopo, anch’esso componente di Artù- e quella del prof Cusimano può apparire una proposta provocatoria, ma funzionale anche per riportare alla luce i tanti, forse troppi, reperti che giacciono in oscuri depositi concretizzando così, quella collaborazione tra pubblico e privato sempre auspicata e quasi mai attuata. Credo che la formula di questa Summer sia stata sufficientemente inedita e propositiva”. 

 

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