Taccuino di viaggio sui disagi a Sigonella

Ma la Sac assicura che ha potenziato personale ai varchi di sicurezza e migliorati i tempi di attesa

C'era anche Sebastiano De Luca, albergatore di Taormina, tra i primi passeggeri rimasti vittime dei disagi dovuti allo spostamento dei voli a Sigonella per i lavori sulla pista di Fontanarossa. Questo è il suo taccuino di viaggio.
"Lunedì 5 novembre, alle 16.40, arrivo a Sigonella, proveniente da Roma, con volo Alitalia. Il transfer, insieme agli altri passeggeri, su uno dei numerosi bus, in attesa allo scalo, avviene ordinatamente. Circa una trentina di minuti di viaggio da Sigonella all'aeroporto di Fontanarossa, attraverso la Piana di Catania. E lì inizia quello che non saprei se definire una farsa, un incubo o un fatto comunque ai confini della realtà!
Dove sono andati a finire i nostri bagagli?
Inizia l'attesa: lunga, immotivata, infinita!
Tre ore di attesa, spostamenti da un nastro all'altro, senza alcuna indicazione, senza assistenza, senza un responsabile a disposizione.
Pochi i posti a sedere. Centinaia le persone in attesa. Non tutti giovani. Ma tutti stanchi, disperati, inferociti.
Polizia e Carabinieri assenti! Solo due agenti della Guardia di Finanza, due malcapitati, impegnati nella vana ricerca di sedare gli animi ed evitare l'aggravarsi della protesta.
Innumerevoli e confortanti erano state, prima, le assicurazioni, fornite dalla Sac, attraverso una miriade di comunicati stampa che riguardavano le misure adottate dai nuovi amministratori, al fine di evitare disagi, fornendo il massimo dell'assistenza e dell'efficienza dei servizi aeroportuali.
E noi, operatori del turismo, ci avevamo creduto!
E ci eravamo dati un gran da fare, per informare in tempo utile i turisti e i viaggiatori in genere  della chiusura forzata dell'aeroporto di Catania, dando – al contempo – il massimo delle assicurazioni che i disservizi sarebbero stati grandemente limitati.
In pratica, sarebbero stati quasi inesistenti.
E invece, eccoci qua, in mezzo al caos più totale.
Malgrado tutto. Senza previsione alcuna di soluzioni in breve tempo.
L'ulteriore danno causato al turismo, già in ginocchio a causa della crisi che non ha risparmiato nulla e nessuno, sarà difficilmente recuperabile.
Specie se così sarà per tutto il tempo della chiusura dell'aeroporto.
Un servizio pubblico completamente inefficiente, a causa della dimostrata incapacità manageriale, dell'incompetenza e della totale mancanza di professionalità.
Mi chiedo se, prorogando il vecchio consiglio di amministrazione e riconfermando il presidente uscente, Gaetano Mancini, che aveva dimostrato nel tempo la sua capacità, la sua efficiente preparazione e che, per di più, aveva seguito la progettazione e programmato l'esecuzione dei lavori, in linea con le direttive degli enti interessati, la situazione sarebbe stata diversa.
Ma tale soluzione, mi pare inizialmente condivisa dalla maggioranza dei soci della Sac, purtroppo non è stata adottata.
Come sempre, siamo costretti a subire – nostro malgrado – le scelte imposte dalla politica, a discapito degli interessi della comunità e dell'economia della Sicilia tutta.
Mi auguro che la situazione possa tornare quanto prima alla normalità, poiché il perdurare dei disagi lamentati dai viaggiatori, avrà una ricaduta assai negativa sul già tristemente penalizzato turismo siciliano".
Eppure anche ieri, la Sac ha diffuso il suo report quotidiano sottolineando di avere potenziato i turni del personale ai varchi di sicurezza e migliorati i tempi di attesa per la riconsegna dei bagagli. Nel secondo giorno si è registrato un tempo medio di attesa di 16 minuti con picchi massimi di 32. Numeri che, secondo la Sac, alla luce del numero dei passeggeri in transito, 8.325 tra partenze e arrivi, confermano l'esito positivo del Piano Sigonella 2012, pur in presenza di innegabili disagi per i passeggeri e per tutti gli addetti aeroportuali, impegnati in un contesto operativo eccezionale quale è lo scalo militare di Sigonella, con vincoli e necessarie procedure di sicurezza.

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