Il turismo etico alza la voce: non cederemo né alla paura né agli allarmi

Pubblichiamo la nota di Addiopizzo Travel, Palma Nana e Il G(i)usto di Viaggiare sugli effetti della “psicosi da coronavirus”.

“Ciao, ho chiamato perché volevo salutarvi. Tra tre giorni parto per Berlino, dove vive mio fratello.
Lì cercherò lavoro, non posso gravare sulla ditta di famiglia. Mio zio ha dovuto mandare via già due
autisti. Pensate che avevamo appena comprato due pullman per affrontare la stagione con voi”.

Questa è una delle tante telefonate che abbiamo ricevuto in questi giorni. Tecnicamente è la
telefonata di un nostro fornitore, in realtà è la telefonata di un amico.
Chi lavora nel mondo del turismo etico sa bene, infatti, che non ci sono fornitori, intermediari,
rivenditori, accompagnatori e agenti di viaggio, si è una squadra, si crede in un progetto e vi ci si
dedica anima e corpo.
Abbiamo tre giorni per convincere il nostro amico a non andare a Berlino e a continuare a far parte
della nostra squadra, nel nostro progetto.
E il nostro progetto è ambizioso e impegnativo, perché lo stiamo realizzando in una terra, la Sicilia,
dalla quale i giovani scappano, perché di possibilità ce ne sono davvero poche, perché nulla ti viene
regalato e, se non hai santi in Paradiso, le cose più banali devi conquistarle lottando duramente.

Ci occupiamo di turismo, di incoming, ovvero portiamo viaggiatori da ogni parte del mondo in
Sicilia, per mostrare le tante bellezze della nostra terra. Scegliamo uno per uno i nostri fornitori, i
nostri compagni di viaggio. Gente per bene e con la schiena dritta, gente che ha avuto la forza di
dire no alla mafia o ai compromessi morali e continua a farlo.
Ai nostri ospiti mostriamo cascate, boschi, e coste incontaminate, paesaggi che non si aspettano di
poter trovare in Sicilia, facciamo assaggiare i prodotti della nostra Isola, raccontiamo storie di
resilienza e amore.
Proviamo a ribaltare i soliti cliché che vedono la nostra Isola irrimediabilmente come terra di mafia, in cui non si ha voglia di lavorare e ci si aspetta sempre l’aiuto dall’alto. Una terra dove nulla potrà mai cambiare.
Lo facciamo mostrando i volti e raccontando le storie di chi lavora ogni giorno a questo
cambiamento. E di esempi ne abbiamo davvero tanti.
C’è chi, in una terra in cui non trovano lavoro nemmeno le persone “normali”, decide di creare una
cooperativa coi ragazzi del carcere minorile, ridando loro dignità e fiducia nel prossimo e facendo
gustare ai nostri ospiti le bontà della cucina siciliana.
Chi, nell’entroterra siciliano, lavora i terreni, un tempo appartenuti ai boss, e produce prodotti
biologici e genuini, dal sapore del riscatto sociale.
Chi, in un piccolo paese di provincia, non accetta il fatto che pagare il pizzo sia una cosa normale e
trova la forza di denunciare gli estorsori, trovandosi inizialmente isolati nella propria cittadina, ma
trovando, in compenso, nuovi amici in tutta Italia, cui fare assaggiare i propri inimitabili dolci alla
mandorla.
Chi ha deciso di guidare i turisti nel borgo in cui è nato, per svelare il fascino di un paesino d’altri
tempi e dimostrare che le etichette lasciano il tempo che trovano.
Chi, in un quartiere popolare di Palermo, prova a convincere tutti che diversità vuol dire ricchezza
(e bontà), e si inventa un ristorante multietnico che permette di assaggiare ricette da ogni parte del
mondo.
C’è ancora chi fa della propria vita una missione, quella di diffondere il messaggio di chi non c’è
più, di chi spende la propria vita per difendere la nostra Isola dalla mafia e dalla violenza: incontrare i compagni e gli amici di Danilo Dolci, di Peppino Impastato, di Don Pino Puglisi, di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino è sempre un’emozione indimenticabile per chi la vive.
Questa nuova narrazione della Sicilia, terra bella e operosa, la proponiamo, soprattutto, ai più
giovani, agli studenti, a coloro che nel 1992, quando noi abbiamo vissuto il peso della stagione delle
stragi, non erano ancora nati. Superiamo il loro pessimismo e la sfiducia raccontando loro di un
cambiamento possibile e alla portata di tutti. Conduciamo assieme a loro un percorso di cittadinanza attiva.
Possiamo dire, ad oggi, di esserci riusciti, favorendo la crescita di una rete etica e creando diversi
posti di lavoro. E farlo in una terra dove, troppo spesso, legalità è stata intesa come il contrario di
sviluppo economico, non è roba di poco conto.
Oggi però la psicosi da coronavirus rischia di mettere in crisi quanto costruito sin qui. Tra i nostri
colleghi, gli hotel, gli ostelli, le compagnie di trasporti, le aziende agricole, c’è molta
preoccupazione e si contano già i danni.
Ci aspettiamo misure straordinarie da parte delle istituzioni per affrontare la crisi e contiamo,
rientrato l’allarme, di ripartire presto coi viaggi d’istruzione.
Non abbiamo alcuna intenzione di cedere alle paure e agli allarmi. Arrenderci e scoraggiarci non è
nel nostro DNA. Passati questi giorni complessi per tutti, aspettiamo a braccia aperte amici, ragazzi, genitori, insegnanti, persino dirigenti scolastici, che nei mesi scorsi hanno già deciso di condividere il nostro progetto, scegliendo un nostro viaggio, e che, in questi giorni, ci stanno chiamando per mostrarci la loro vicinanza in questo momento difficile e il loro dispiacere nel non poter viaggiare con noi.
Vogliamo continuare a lavorare per la nostra terra, e insieme ai giovani delle nostre cooperative
farvene innamorare ancora una volta e con ancora più forza!
La Sicilia Resiliente vi aspetta!

P.S. Caro amico, Berlino può aspettare, tra qualche giorno si riparte con i nostri viaggi”.

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