Rimborso o voucher in caso di mancata partenza per lo scoppio della pandemia da coronavirus? Il dibattito rimane nonostante nei giorni scorsi l’Astoi insieme ad Aidit, Assoviaggi e Fto abbia ribadito che “l’adozione di una tra le opzioni – pacchetto sostitutivo, rimborso o voucher – è rimessa esclusivamente all’organizzatore (tour operator o agenzia di viaggio) e non al viaggiatore, contrariamente a quanto affermato da alcune associazioni di consumatori”.
Una coppia palermitana che mesi fa aveva acquistato in agenzia un viaggio a New York con partenza il 25 aprile si è vista rifiutare il rimborso, dopo aver ricevuto la mail dall’adv che li informava che il pacchetto era stato annullato per via dell’emergenza Covid-19. La coppia ha infatti chiesto indietro i 2.500 euro già versati per l’acquisto dei voli e del soggiorno, che però gli sono stati negati, e ha quindi deciso di rivolgersi agli avvocati Pietro Ortolani e Carmelo Neri, dello studio legale Hublex, per cercare di risolvere la controversia. In questa fase, peraltro, con il palazzo di giustizia che lavora a regime ridotto, non è neppure facile avviare una causa. Intanto, quindi, gli avvocati hanno inviato una formale richiesta di rimborso via posta elettronica certificata, come riporta PalermoToday. I legali intendono contestare il fatto che sia l’adv a decidere l’opzione più confacente, in caso di annullamento del viaggio, e quindi negare il rimborso.