Oltre al danno la beffa per i lavoratori del call center ex Almaviva. Ita Airways ha infatti avviato una ricerca di personale per il call center che riguarda persone già formate e preparate. Al momento la durata del contratto di lavoro sarà di tre settimane. Per la sua ricerca Ita si è affidata ad una nota società di lavoro interinale.
Una decisione che ha fatto scattare la protesta dei 543 lavoratori Almavia-Covisian, gran parte in Cigs a zero ore mentre 221 lavorano al call center Covisian che però ha avviato il licenziamento collettivo. In un comunicato congiunto Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil chiedendo al governo di intervenire “tempestivamente”. ” Le segreterie nazionali – si legge in una nota – avevano segnalato la crescente preoccupazione relativamente al susseguirsi di indiscrezioni che vedevano Ita Airways impegnata a ricercare personale da adibire all’assistenza clienti Ita Airways. Le preoccupazioni hanno trovato conferma, quando Manpower ha pubblicato un annuncio specifico relativamente alla ricerca di personale su Roma Fiumicino per addetti al customer care per conto di ITA Airways. Nell’annuncio che prevede 3 settimane di contratto a tempo determinato, per attività inbound, outbound e back office, oltre all’esperienza specifica nel ruolo viene previsto un rimborso spese di viaggio una-tantum, vitto e alloggio per lavoratori provenienti da fuori regione”. I sindacati si chiedono se l’annuncio sia rivolto “alle lavoratrici e lavoratori che, tra Palermo e Rende, gestiscono attualmente le chiamate provenienti dai clienti di ITA, e sulla cui testa pende una procedura di licenziamento aperta da Covisian”. I sindacati ricordano l’incontro al Ministero del lavoro fissato per il prossimo 20 aprile, chiedono al governo di intervenire tempestivamente e affermano che Ita Airways, “società interamente a capitale pubblico” “continua inesorabile nel perpetrare azioni che rischiano esclusivamente di comportare un disastro occupazionale, generando al contempo un dramma sociale per 2 territori, Sicilia e Calabria, già devastate da percentuali di disoccupazione elevatissime”.