Alle Eolie il futuro turistico è l’archeologia subacquea

Sub e archeologi sono già al lavoro per ampliare il porto antico romano sommerso di Sottomonastero di Lipari e visionare i quattro relitti di epoca greco-romana che giacciono nei fondali di Panarea. E magari trasformarli in una nuova attrazione turistica delle Eolie.

La campagna rientra nella seconda edizione di “ArchEolie 2014”, guidata da Sebastiano Tusa, direttore della Soprintendenza del mare di Palermo, in collaborazione con il museo archeologico di Lipari e con l’Università di Sassari.

Grazie una nave oceanografica messo a disposizione di Tusa e del suo team da alcuni benestanti americani, si è riusciti a rimanere per ben tre ore a quota 120 metri di profondità e scrutare i quattro relitti e soprattutto il notevole carico di anfore che è ben custodito. Un tesoro per il quale Tusa pensa già a un nuovo filone turistico subacqueo, magari con un batiscafo. “A Lipari – spiega il professore Tusa – nell’antico porto di Sottomonastero con le immersioni dei nostri sub stiamo ampliando la sfera di ricerca, anche perché l’area sarà interessata dai lavori di messa in sicurezza del porto degli aliscafi e quindi si dovrà stabilire l’area di intervento. In più contiamo di individuare altre colonne e basamenti”.

Il porto antico di Sottomonastero venne scoperto in seguito ai lavori di dragaggio. “E’ ipotizzabile – prosegue Tusa – che sulla secca siano state costruite a più riprese (forse a partire dall’età romano-repubblicana) le strutture portuali”.

 

 

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