La Sicilia riprova a giocare la carta dei casinò, un percorso che si preannuncia non facile, considerando le numerose iniziative di legge arenatesi negli anni alla Camera e in Senato. A parte i il Movimento Cinque Stelle che ieri ha votato contro la legge-voto in commissione Affari istituzionali dell'Ars, a destra e a sinistra il progetto piace, tant'è che il ddl è stato esitato senza problemi. E piace anche ai sindaci di Taormina e Cefalù, le due città candidate a ospitare le case da gioco. Il testo, primo firmatario il deputato Lino Leanza inizialmente prevedeva solo Taormina, ma un emendamento, approvato in commissione, apre la strada anche a un casinò nella provincia di Palermo, e in pole position c'è Cefalù.
"Da trent'anni aspettiamo questo provvedimento, siamo fiduciosi e certi che l'Ars lo approverà – dice il sindaco di Taormina, Ligio Giardina – vedremo cosa farà Roma, anche se non capisco perché usare due pesi e due misure, perché a Sanremo può esserci un casinò e in altre parti d'Italia no". Per il sindaco "la creazione della sala da gioco avrà riflessi positivi per Taormina e per l'indotto: alberghi, ristoranti o attività collaterali. Può essere un'opportunità per destagionalizzare i flussi turistici così da avere visitatori tutto l'anno, un'occasione anche per città vicine Catania e Messina". D'accordo anche il sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina. "Siamo favorevoli – dice – anche perché a differenza di quanto accade per il gioco che si fa nei locali con slot machine, il casinò ha regole ben precise. E poi incrementerebbe il turismo con ricadute positive per l'economia del territorio". L'idea piace anche all'assessore regionale al Turismo, Michela Stancheris. Il ddl è pronto per l'aula, spetterà alla conferenza dei capigruppo calendarizzarlo. Se dovesse passare, la legge-voto sarà trasmessa a Camera e Senato per la doppia lettura.
Intanto il progetto è stato portato all'attenzione anche del ministro dell'Interno, Angelino Alfano. "Il ministro – si legge in una nota – ne valuterà, con le dovute cautele, l'impatto, a seguito delle mutate condizioni storiche della Sicilia che, grazie all'impegno dei governi nazionale e regionale e all'elevato livello di sicurezza raggiunto, si distingue per una rivoluzione culturale di contrasto al crimine organizzato e alle sue propaggini, cogliendo così nuove opportunità di crescita che, prima, le erano state negate".