Mediterraneo, il futuro è nel turismo relazionale

Lo ha detto Giovanni Ruggieri, presidente Otie nel corso di Meditour 2008

E’ sul turismo relazionale che deve puntare il Mediterraneo per il proprio sviluppo turistico. E’ quanto sostiene Giovanni Ruggieri, presidente dell’Osservatorio del Turismo delle Isole Europee, che ieri nell’ambito della terza edizione di Meditour 2008, il Forum mediterraneo del turismo in programma fino a domani a Yasmine Hammamet in Tunisia, ha presentato una relazione sul tema.
“Da qualche decennio – spiega Ruggieri – si registra un’inversione di tendenza delle esigenze della domanda turistica: al turismo balneare tradizionale, sono subentrati tipologie di turismo più innovative e meno solite, che fanno delle risorse “immateriali” la loro principale motivazione di viaggio. Oggi il turista sceglie il Mediterraneo se riesce a vivere l’esperienza del viaggio in un contesto rispettoso dell’ambiente e della cultura locale”.
In questo contesto si inserisce il turismo relazionale, tra le forme di turismo che più di altre si presentano idonee ad uno sviluppo sostenibile del bacino del Mediterraneo.
“Il turismo relazionale – sottolinea Ruggieri – consente la sopravvivenza delle attività su cui l’economia mediterranea si basa: l’agro-alimentare, l’artigianale e la valorizzazione dei beni culturali, mostrandosi come la tipologia turistica più compatibile alle strategie di mercato. B&B, agriturismo, affittacamere e l’ospitalità in seconde case, che consentono la migliore utilizzazione delle risorse già presenti, riducendo al minimo gli impatti ambientali, sono le tipologie ricettive che possono essere utilizzate ai fini del turismo relazionale. Da non dimenticare, poi – conclude Ruggieri – le nuove forme di ospitalità che coniugano il sapore locale e la cultura ospitale dei luoghi come l’albergo diffuso, realizzabile attraverso il recupero urbanistico-architettonico dei centri storici”.
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