Danisinni, se il quartiere dimenticato di Palermo diventa meta turistica

Persino la Lonely Planet Italia se n’è accorta: Danisinni è tra le tappe imprescindibili di una visita di “48 ore a Palermo“. E così il quartiere che sorge sul letto del fiume Papireto e che si trova a pochi passi da Palazzo dei Normanni è diventata meta turistica. Eppure sono tantissimi i palermitani che non ci hanno messo mai piede, anche da quando, poco tempo prima del covid, i turisti sono cominciati ad arrivare, hanno aperto i primi home restaurant e gli abitanti sono diventati protagonisti di un bel processo di rigenerazione urbana.

Merito anche di fra Mauro Billetta, da sette anni parroco di Sant’Agnese, che a Repubblica Palermo racconta: “i turisti sono molto affascinati da Danisinni, perchè trovano un contesto rurale proprio a pochi passi dal centro. E noi ci stiamo attrezzando per ospitarli”.

Tutto è iniziato cinque anni fa con la fattoria didattica accanto alla parrocchia su un terreno privato occupato abusivamente. A luglio sono stati inaugurati il Borgo sociale e il Cortile del Buon Samaritano nei locali attigui alla parrocchia. Ruderi trasformati in ostello sociale, residenza per artisti, museo, biblioteca.

Arrivando a Danisinni da piazza Indipendenza per prima cosa si vede il murale “Benvenuti a Danisinni sulla facciata del Borgo sociale voluto da Fra Mauro. Ci sono San Francesco, Rosa Balistreri, Letizia Battaglia e padre Liborio lannazzo, frate di Danisinni che ha lottato 30 anni per la comunità, dipinti dall’artista fiorentino Giambaccio di passaggio a Danisinni come il gruppo di ragazzi della Cattolica di Milano che in questi giorni propongono laboratori per bambini in cambio dell’ospitalità nella residenza del Borgo.

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