AV e la Palermo-Agrigento: le priorità delle imprese siciliane

Foto LaPresse - Tano Pecoraro 25 Giugno 2020 Savona - (Italia) Cronaca Presentazione nuovo treno Pop Impianto Manutenzione Trenitalia nella foto: treno Photo LaPresse - Tano Pecoraro 25 June 2020 City Savona - (Italy) Chronicle Presentation new train Pop Maintenance facility Trenitalia in the pic: train

Fra i quindici principali interventi infrastrutturali strategici programmati in Sicilia, le imprese hanno indicato come priorità per le loro esigenze l’Alta velocità Palermo-Catania e Catania-Messina, l’itinerario Palermo-Agrigento, la velocizzazione della Catania-Siracusa, il collegamento del porto di Palermo con le autostrade. E’ quanto emerge dal’indagine di Unioncamere Sicilia e Uniontrasporti sulle priorità infrastrutturali delle imprese siciliane, realizzata nell’ambito dell’indagine nazionale di Unioncamere sull’intero territorio italiano.

L’indagine ha misurato l’indice Kpi di qualità delle infrastrutture, che in Sicilia è pari a 81,2, inferiore alla media nazionale e all’indice del Sud Italia, che sono entrambi 83. La Sicilia è quarta fra le Regioni del Sud dopo Campania (107,7), Puglia (97,2) e Abruzzo (86,7). Le province di Agrigento e Ragusa sono i territori più penalizzati.
Quanto a energia e digitale, l’Isola, con indice Kpi pari a 80,5, si conferma al di sotto della media nazionale. Anche in questo caso i territori più in sofferenza sono quelli di Agrigento e Ragusa.

Le imprese siciliane per il 38% registrano un fatturato fino a 500mila euro, oltre il 52% vende solo nel proprio territorio, meno del 27% nel
resto della regione, il 24% anche in altre regioni italiane; solo il 3% esporta e solo il 5% effettua approvvigionamenti dall’estero.

In Sicilia l’85% delle spedizioni avviene solo su mezzi gommati, il 3% via gomma-mare o ferrovia. Quasi la metà delle imprese considera mediocre o scadente la condizione di autostrade e strade, il 63% quella delle ferrovie e il 22,5% quella dei nodi logistici; il 34,7% è insoddisfatto degli aeroporti e il 38,6% dei porti. Va meglio, ma non molto, per le reti a banda ultralarga e per quelle a 4G e 5G.

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