Si chiamano ekranoplani, volano a pochi metri dall’acqua o dal suolo, raggiungono cinquecento chilometri orari e fino alla fine della Guerra Fredda erano utilizzati in Russia solo per scopi militari ed erano sconosciuti in Occidente. Adesso potrebbero diventare la nuova frontiera del trasporto marittimo veloce, in alternativa ai mezzi tradizionali via mare e via aria. Per questo l’Ateneo di Palermo ha firmato un accordo di collaborazione con la State marine technical University di San Pietroburgo. I nuovi mezzi di trasporto sono considerati l’anello di congiunzione tra l’aereo e l’aliscafo.
“In Sicilia – spiega Caterina Grillo, docente di Meccanica del volo a Palermo – potrebbero essere utilizzati proficuamente per i collegamenti marittimi e sfruttare le strutture portuali decongestionando così gli aeroporti, con adeguati sistemi anticollisione”.
Al dipartimento di Ingegneria dei trasporti di viale delle Scienze, sezione aeronautica, si stanno definendo le ultime fasi di sperimentazione e sono in corso i contatti con industrie interessate alla messa in produzione del mezzo.
“In Sicilia – spiega Caterina Grillo, docente di Meccanica del volo a Palermo – potrebbero essere utilizzati proficuamente per i collegamenti marittimi e sfruttare le strutture portuali decongestionando così gli aeroporti, con adeguati sistemi anticollisione”.
Al dipartimento di Ingegneria dei trasporti di viale delle Scienze, sezione aeronautica, si stanno definendo le ultime fasi di sperimentazione e sono in corso i contatti con industrie interessate alla messa in produzione del mezzo.