Erano trecento sabato i partecipanti alla ‘marcia per le ferrovie’, la manifestazione promossa dall’associazione di ferrovieri “7 ottobre”, con l’adesione di movimenti ambientalisti, organizzazioni sindacali, associazioni di impegno civile e diverse amministrazioni comunali. L’obiettivo? Invertire la tendenza allo smantellamento delle linee ferroviarie nella provincia ragusana, chiedendone piuttosto il potenziamento e l’ammodernamento per integrarla in un sistema intermodale di trasporti basato sul porto di Pozzallo e sul futuro aeroporto di Comiso. “Negli ultimi vent’anni – afferma Pippo Gurrieri, uno dei promotori della manifestazione – è stato tagliato l’80 per cento delle linee per viaggiatori in provincia di Ragusa e il 95 per cento del trasporto merci. Nove stazioni su dodici sono chiuse e abbandonate ai vandali, le altre tre, quelle di Ragusa, Modica e Vittoria, funzionano solo come punto di fermata, senza personale e con una sola biglietteria aperta sei ore al giorno per cinque giorni la settimana. Tutto questo è inaccettabile. Noi vogliamo che la nostra battaglia – conclude – non sia solo dei ferrovieri, che peraltro non vedono a rischio il loro posto di lavoro, ma diventi una vertenza dell’intera comunità provinciale e di tutta la Sicilia sudorientale, tagliata fuori dal resto dell’isola e dell’Italia”.