Via libera della Commissione europea ai progetti prioritari nel quadro delle grandi reti transeuropee per il periodo 2014-2020: il piano, da 50 miliardi di euro, prevede per il settore dei trasporti anche i collegamenti ferroviari Napoli-Bari, Napoli-Reggio e Messina-Palermo, ma non il ponte sullo Stretto, di cui dovranno occuparsi – secondo Bruxelles – le autorità italiane.
Soddisfazione bipartisan è stata espressa dai deputati europei italiani per la decisione della Commissione di accogliere la loro richiesta di "ripristinare la rete Berlino-Palermo" e quindi il collegamento tra Napoli e Palermo, che faceva parte del vecchio corridoio uno.
La prima bozza della rete, presentata il 29 giugno nel contesto del bilancio comunitario 2014-2020, aveva infatti sostituito il tracciato Napoli-Palermo che faceva parte dei 30 progetti prioritari della rete TEN-t, con un nuovo collegamento Napoli-Bari che poi, attraverso una inedita via del mare, avrebbe dovuto collegare La Valletta.
Dunque, Sicilia e Calabria, sono state reinserite nelle politiche comunitarie dei trasporti marittimi, aeroportuali, ferroviari e stradali, da cui erano state escluse. E' stata accolta per intero la tesi del collegamento ferroviario veloce tra Palermo, Catania, Messina. In particolare per la Sicilia è stata riconosciuta l'importanza di Palermo come punto finale e fondamentale del corridoio italiano. Un riconoscimento che non potrà non avere una ricaduta positiva anche sul sistema portuale ed aeroportuale della città.
Ma, sulla base dei dati forniti, è stato raggiunto anche un altro risultato strategico: l'inserimento di Catania che garantisce il raccordo con il sistema dei trasporti nella parte orientale dell'isola. Nella rete è stato infatti inserito il porto di Augusta, che per la prima volta si affaccia nel contesto dei porti di rilevanza europea.