Concertazione e intermodalità sono le parole d’ordine degli operatori aeroportuali siciliani che chiedono alla futura classe politica un maggiore coinvolgimento. Nel corso del seminario “Volano gli aeroporti siciliani: progetti e proposte per rimanere ad alta quota”, che si è svolto ieri pomeriggio nel corso della prima giornata di Travelexpo, Giovanni Scalia, amministratore delegato della Gesap spa; Michele Bufo, direttore generale Airgest; Nico Torrisi, amministratore delegato della Sac e Francesco D’amico, direttore commerciale Sac, si sono confrontati sul futuro degli scali siciliani al termine di una stagione estiva più che soddisfacente. E a dimostrazione della buona annata appena conclusa, è stato confermato che le tratte intercontinentali da Palermo per Istanbul e New York dovrebbero partire nel 2023.
“Quest’estate – ha esordito Torrisi – tutti gli aeroporti siciliani sono andati bene, anche più della media nazionale. Le previsioni iniziali parlavano di una ripresa del traffico aereo ai livelli precovid nel 2023/25, ma già quest’anno in alcuni mesi abbiamo superato i livelli precedenti alla pandemia. I dati sono straordinari e lo sono per tutti i nostri scali, e al netto che questa maledetta guerra finisca causando aumenti del costo del carburante e ripercussioni sulle compagnie aeree, l’anno prossimo sarà ancora meglio di questo.
Intanto alla futura classe dirigente siciliana chiediamo una maggiore concertazione, chiediamo di essere ascoltati perche si facciano investimenti in tutte le direzioni, chiediamo un maggiore coinvolgimento e un maggiore sostegno per i piccoli aeroporti. Noi, come Sac, abbiamo assorbito Comiso ma adesso è necessario dare a tutti le stesse opportunità visto che negli ultimi tempi la politica ha dato tanti soldi a Trapani e niente allo scalo ragusano”.
“Anche per l’aeroporto palermitano – ha aggiunto Scalia – il 2023 ha portato dati eccezionali e abbiamo pure superato il 2019, che era stato un anno record per il Falcone Borsellino. Inoltre stiamo facendo un lavoro eccezionale anche dal lato delle infrastrutture, ci stiamo preparando per gestire una quantità di passeggeri enorme, fino a 13 milioni di passeggeri con il massimo del confort. I lavori finiranno entro il 30 giugno 2023 e stiamo puntando a creare un’esperienza migliore per il passeggero che transita da Palermo. Ci saranno ristoranti vista mare e anche uno smart hotel tutto digitalizzato che sorgerà al posto del covid center, oltre al parco a mare dove sarà possibile prendee un cocktail mentre si vedono gli aerei atterrare. La pandemia ci ha rallentato, abbiamo avuto zero aiuti dal recovery fund, gli investimenti sono stati postergati, ma stiamocontinuando a lavorare. Il vero tallone di achille del sistema aeroportuale siciliano è però il sistema di intermodalità e alla politica chiediamo proprio di sviluppare i collegamenti a terra, come quello tra la stazione dentro l’aeroporto e Palermo o tra Palermo e Trapani, perchè ricordiamo che le battaglie dei cieli si vincono a terra. Inoltre chiediamo che la Regione metta insieme i gestori aeroportuali superando logiche di appartenenza o di localismo che sono disallineate rispetto alle nostre possibilità di sviluppo”.
“Abbiamo dovuto lottare per la sopravvivenza ma grazie alla sinergia con il governo regionale, proprietario di Airgest – ha sottolineato Bufo – che ha creduto nel nostro progetto, Trapani ha raggiunto il risultato di miglior aeroporto d’Europa rispetto al 2019″. Ma anche Bufo ha da chiedere qualcosa alla politica: “dobbiamo eliminare questa tassa addizionale comunale, che di comunale on ha niente e che grava sugli investimenti che le compagnie sarebbero pronte a fare. Si tratta di una tassa che genera un gettito trascurabile rispetto al danno che fa visto che apporta alle casse dello Stato 60mln di euro l’anno, ma se non ci fosse più le cimpagnie sarebbero disposte ad aumentare le rotte portando a un aumento di 5 mln di passeggeri in più il che significherebbe un incremento di pil di oltre 2,2 miliardi di euro, e dunque 30 mila posti di lavoro in più”.