Il trasporto aereo e l’intero comparto aeroportuale sono tra le principali vittime della pandemia da covid proprio nell’anno che doveva segnare l’affermazione definitiva dei due maggiori scali siciliani e il decollo dei due minori. Riuniti attorno a un tavolo, nel corso della prima giornata di lavori di Travelexpo, i rappresentanti degli aeroporti siciliani hanno tratteggiato le sfide future che dovranno affrontare nel post covid.
“Veniamo dai 7 milioni di passeggeri del 2019 – ha detto Giovanni Scalia, ad di Gesap – era tutto pronto per l’arrivo di United, e a maggio 2021 doveva approdare a Palermo anche Turkish. Poi è venuto il lockdown e oggi siamo a parlare di una prima normalità: in due mesi calo del 40% sicuramente inferiore a quello del 70% che si è registrato in Europa. Oggi possiamo dire che
tutte le compagnie che volavano prima del covid continuano a volare anche ora da Palermo e anzi si è aggiunta pure Wizzair che era l’unica grande europea a mancare dal nostro scacchiere. Per questo ci stiamo preparando al futuro con il restyling dell’aeroporto che ci consegnerà uno scalo di dimensioni maggiori del 40%, più negozi, più ristoranti con maggiori servizi, più controlli di sicurezza. Per ora possiamo sopravvivere ma se ci faremo trovare pronti avremo un vantaggio
sulle destinazioni concorrenti”.
“Le conseguenze del covid sul trasporto aereo – ha sottolineato Giuseppe Mistretta, presidente di Soaco – saranno le stesse di quelle che ebbe l’11 settembre. la sfida è legata alla digitalizzazione e all’utilizzo delle tecnologie per rendere sicuro il trasporto dei passeggeri, evitando contatti e scambio di documenti. Il futuro di Comiso dipende anche dal fatto che la Regione ha deciso di farne il terminal cargo mentre dal 1 novembre inizieranno i voli in continuità territoriale, con due voli al giorno per Roma e uno per Milano”.
Per Salvatore Ombra, presidente Airgest, “la svolta per i piccoli aeroporti è l’abbattimento dell’addizionale comunale. Anche nel futuro prossimo di Birgi c’è l’avvio delle rotte in continuità territoriale ma anche il fatto che lo scalo è stato scelto per il disassemblaggio degli aeroplani”.
Giovanni Vallero general manager di Dat: “durante il confinamento abbiamo tenuto a terra 18 aerei su 20, e di questi due uno era in Sicilia per collegare Lampedusa e Pantelleria alla Sicilia. Insieme ad Alitalia siamo stati gli unici a volare sull’isola facendo 10/12 passeggeri al giorno su un totale di 4 voli. Poi in estate abbiamo registrato un turismo di prossimità e anzi agosto è andato ancora meglio di quello scorso. dat investirà ancora in Italia, l’idea sarebbe quella di una mini continuità per far ripartire il comparto aereo. Le previsioni non sono rosee, le informazioni non sono chiare e l’inverno è una scommessa, speriamo in un’evoluzione positiva dalla primavera 2021”.