Sicilia capitale del turismo nautico italiano? Un sogno ormai in frantumi. I progetti per sviluppare la portualità turistica sembrano sfumati. Dal bando da milioni di euro per ristrutturare una decina di approdi, bloccato da tre anni, fino al porto di Balestrate (oltre 500 posti barca), costato oltre 60 miliardi delle vecchie lire e ancora chiuso. Senza dimenticare gli effetti della crisi, che la scorsa estate, rispetto all'anno precedente, ha provocato nell'Isola un calo del 33% nel numero di posti barca stanziali, mentre la domanda dei posti in transito è calata del 40%.
Ma è soprattutto lo scoglio-burocrazia quello più difficile da superare. Il bando da 50 milioni destinato a società private, per lavori di ristrutturazione o ampliamento di porti turistici, potrebbe vedere la luce solo la prossima estate, dopo tre anni di lunga gestazione. Dodici le aziende che attendono in tutto una ventina di milioni, ai quali aggiungeranno altri 20 milioni di cofinanziamento per un totale di 40 milioni di investimenti bloccati. Il bando è stato pubblicando nel giugno 2010 dall'assessorato regionale al Turismo, ma nel frattempo l'ex governo ha deciso di riformare i dipartimenti scordandosi di affidare l'ufficio per il regime di aiuti alle imprese. Competenza delegata formalmente solo nell'aprile 2011 alle Attività produttive, che solo allora si sono occupati dell'iter dovendo fare i conti pure con la sostituzione di componenti della commissione d'esame.
Nel frattempo, le competenze per la portualità turistica sono state smembrate. Di porti turistici oggi si occupa il dipartimento Attività produttive per ciò che riguarda i finanziamenti ai privati, le Infrastrutture per la parte pubblica mentre il Turismo dovrebbe occuparsi della programmazione.