In bilico il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. La notizia, riportata dal Sole 24 Ore all'indomani della riunione del Cipe di venerdì 20 gennaio, é che l'opera sarebbe stata 'definanziata' per 1,6 miliardi da destinare a interventi minori. In realtà, però, sul comunicato diffuso al termine della riunione non si spiega cosa e se qualche voce viene definanziata ma viene fornito piuttosto l'elenco dei nuovi interventi. A quanto pare, durante la riunione dell'argomento non si sarebbe neppure discusso. E che comunque i soldi sarebbero ancora sul 'capitolo' Ponte.
Il problema sarebbe un altro: data la situazione finanziaria e il cambio di passo del Governo Monti rispetto al precedente le nuove risorse necessarie non arriveranno bloccando di fatto la realizzazione del Ponte.
Nel suo articolo, Il Sole 24 Ore spiega che nell'ultima seduta del Cipe, che ha sbloccato interventi infrastrutturali per 6,2 miliardi, c'é stato "un doppio cambio di filosofia rispetto ai tre anni gestiti dal ministro Tremonti. Si favoriscono da una parte interventi diffusi sul territorio piuttosto che mega opere dai tempi lunghi; e dall' altra si definiscono piani dettagliati e già concordati con il territorio allo scopo di far partire prima possibile le ruspe". Il Cipe "ha definito l'elenco dei vecchi finanziamenti Fas Infrastrutture da revocare, in attuazione dei tagli disposti dalle manovre di luglio e agosto: sforbiciate complessive per 6,3 miliardi su 11 totali, fra cui spicca la revoca dei 1.624 milioni di euro assegnati nel 2009 al Ponte sullo Stretto, e mai né impegnati né spesi. A questo punto – conclude l'articolo – l'opera, che lamentava ancora una mancanza di finanziamenti per circa 6 miliardi su 8,5 di costo totale, torna in un cassetto". Il Ponte dunque, fiore all'occhiello del Governo Berlusconi, salta.