La Provincia di Palermo promuove una linea verde di collegamento lunga 70 chilometri tra riserve naturali, gallerie, ponti, stazioni per un percorso ciclabile ricavato dalle ferrovie dismesse del territorio dell’Alto Belice-Corleonese. Questa la prima parte di un progetto che interesserà la Sicilia Occidentale secondo una direttrice nord-sud per raggiungere dall’entroterra i bacini turistici di Palermo e Sciacca.
Intanto è già stata avviata la costruzione della prima tranche: 20 km che si snodano attraverso la stazione di Mezzojuso, Cefalà Diana e Ponte Drago nel corleonese. Parte dei percorsi ciclabili attraversano il bosco di Ficuzza e passano accanto alla Casina di Caccia Borbonica.
La restante parte del tracciato lunga 51 km interessa il tracciato tra Ponte Drago, Corleone e San Carlo. Verranno toccati i comuni di Campofiorito, Bisaquino, Palazzo Adriano. Dalle pendici di Rocca Busambra, dunque, parte un sentiero che si snoda tra coltivazioni di grano, uliveti, corsi d’acqua, ruderi, castelli, torri medievali lungo le linee ferrate dismesse. Costata 1 milione e 400 mila euro con fondi della Provincia e dell’assessorato Regionale al Turismo, permetterà di valorizzare un’area interna ad alta vocazione ambientale. "Si tratta – sottolinea il presidente della Provincia Giovanni Avanti – di una formula turistica alternativa che, attraverso un sistema articolato di percorsi ecologici completamente integrati con l’ambiente, avrà ricadute di sviluppo e crescita economica per tutto il territorio".
Intanto è già stata avviata la costruzione della prima tranche: 20 km che si snodano attraverso la stazione di Mezzojuso, Cefalà Diana e Ponte Drago nel corleonese. Parte dei percorsi ciclabili attraversano il bosco di Ficuzza e passano accanto alla Casina di Caccia Borbonica.
La restante parte del tracciato lunga 51 km interessa il tracciato tra Ponte Drago, Corleone e San Carlo. Verranno toccati i comuni di Campofiorito, Bisaquino, Palazzo Adriano. Dalle pendici di Rocca Busambra, dunque, parte un sentiero che si snoda tra coltivazioni di grano, uliveti, corsi d’acqua, ruderi, castelli, torri medievali lungo le linee ferrate dismesse. Costata 1 milione e 400 mila euro con fondi della Provincia e dell’assessorato Regionale al Turismo, permetterà di valorizzare un’area interna ad alta vocazione ambientale. "Si tratta – sottolinea il presidente della Provincia Giovanni Avanti – di una formula turistica alternativa che, attraverso un sistema articolato di percorsi ecologici completamente integrati con l’ambiente, avrà ricadute di sviluppo e crescita economica per tutto il territorio".