Brutta batosta per gli albergatori di Cefalù. Il Tar della Sicilia ha respinto la loro richiesta di sospendere il pagamento dell'Imu secondo le aliquote decise dal consiglio comunale. Il ricorso sarà deciso nel merito in un secondo momento. A nulla sono valse, almeno per il momento, le proteste degli albergatori che prima hanno deciso una serrata, poi hanno annunciato il licenziamento di 70 dipendenti. E il 12 dicembre gli albergatori siciliani si sono riuniti proprio nella cittadina normanna per discutere le azioni di protesta necessarie per rivendicare una diversa politica fiscale e di settore da parte del governo nazionale, regionale e degli enti locali.
"I motivi di censura dedotti – scrivono i giudici – non appaiono, allo stato, supportati da sufficiente fumus boni iuris, tale da indurre ad una ragionevole previsione sull'esito favorevole del ricorso". Gli albergatori sono stati anche condannati al pagamento delle spese del giudizio cautelare.
Deluso Giuseppe Neri di Confindustria Alberghi e Turismo. "Dunque per il Tar è legittimo che famiglie e imprese quest'anno abbiano pagato il 300% in più rispetto all'anno precedente, per un'imposta ormai giudicata iniqua anche dall'Ue. Questo incremento del gettito, come ben sappiamo, non è servito al riequilibrio del bilancio comunale ma solo a far pagare il conto dell'inefficienza, dei privilegi e degli sprechi pubblici ai cittadini, alle famiglie e alle imprese, che in una città come la nostra ha visto sottratti oltre 5 milioni al proprio già precario tessuto economico".
Soddisfatto, al contrario, il sindaco Rosario Lapunzina: "La decisione con cui il Tar di Palermo sospende la procedura di dissesto del Comune di Cefalù conferma in pieno le nostre ragioni. Potrei dirmi soddisfatto a fronte delle tante critiche ingiuste che sono state espresse da persone che avrebbero fatto meglio a tacere in ragione delle loro ineludibili responsabilità nella grave situazione finanziaria in cui versa il Comune".