Stage e formazione all’estero per ridurre gap scuola-aziende

I consigli degli operatori turistici ai giovani che hanno preso parte all’Open Forum al Marco Polo

Un confronto aperto tra operatori turistici affermati e i giovani, studenti ed ex studenti dell'Istituto Tecnico Statale per il Turismo Marco Polo di Palermo, ha preso vita nella seconda parte dell'Open Forum "I giovani nel turismo per un turismo giovane". Dagli addetti ai lavori sono giunti consigli e indicazioni utili per affrontare il mondo del lavoro.
Gino Campanella, titolare dell'adv Conca d'Oro Viaggi di Palermo, ha invitato i giovani a spingere "perché venga varata una legge affinché si possa iniziare a fare pratica presso le adv sin dal primo anno di scuola, magari durante l'estate o i periodi di vacanza dalla scuola". In tanti hanno consigliato di affiancare una formazione all'estero ma da utilizzare poi una volta ritornati in Sicilia.
Per Giancarlo Azzolini del comitato giovani albergatori Federalberghi Palermo, "bisogna mettersi in gioco anche andando all'estero per formarsi, senza stare ad aspettare qualcosa che ancora è molto lontano in Sicilia. Chi va fuori deve acquisire competenze necessarie per poi tornare e investire queste conoscenze per far crescere la nostra Isola".
Dello stesso avviso Alessio Candiloro de Grand Hotel Villa Igiea: "Io ho iniziato la mia esperienza all'estero perché qui ci sono dei limiti. Limiti che possono essere superati se affrontati a livello di grandi aziende e istituzioni. I giovani devono avere l'entusiasmo per procedere in questo settore, partecipando a stage in azienda. Dobbiamo offrire stage nelle nostre aziende però è necessario che i giovani studino, continuino a migliorarsi senza limitarsi alla nozioni scolastiche". 
E dell'opportunità di collegare mondo della scuola e mondo del lavoro ha parlato anche Nicola Farruggio: "Il mondo della formazione e quello del lavoro sono scollegati. Le necessità di noi operatori sono diverse da quelle che si studiano a scuola. Serve sinergia, costante aggiornamento fino a quando a 18 anni i ragazzi abbiano maturato una formazione professionale adeguata".
Per Giuseppe Cassarà, presidente Coretur e Palermo Convention Bureau Cassarà, "il problema è l'incomunicabilità fra istituzioni e imprese. Siamo due binari di un'unica strada: non ci incontriamo mai. I distretti turistici, conseguenti alla soppressioni delle Aapit, dovrebbero avere un ruolo importantissimo. Risalgono alla legge del 2005, ripresa tre anni fa, e l'ultima loro apparizione è del maggio scorso quando furono consegnati i decreti di riconoscimento. Da allora nessuno ne sa più nulla. Lo stesso vale per il bando sulla ricettività. Dopo 3 anni è stata fatta la graduatoria ma non è stata ancora pubblicata. Poi è arrivata la legge di stabilità e i soldi sono finiti. Noi non vogliamo fare una Sicilia di camerieri e fattorini ma di operatori che sappiano parlare  e scrivere bene le lingue" ha concluso. A tirare le fila degli interventi ci ha pensato Saverio Panzica, dirigente Dipartimento Turismo Regione Siciliana: "Non è vero – ha detto – che non si può fare l'operatore turistico. Se si studia, si può. L'Unione europea riconosce tre professioni turistiche: interprete turistico, direttore tecnico e guida accompagnatrice. Quindi gli accompagnatori si possono equiparare alle guide. Lo dice la Ue. E per aprire un albergo non servono le autorizzazioni, serve la Scia (Segnalazione Certificata di inizio attività), una dichiarazione di inizio attività. Addirittura, in alcune regioni, gli alberghi presentano soltanto la Scia per ottenere la classificazione in stelle. In Sicilia funziona solo il modello turistico di San Vito Lo Capo. E sapete perché? perché il sindaco è albergatore e tutti gli assessori sono imprenditori turistici".

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