Trapani, flussi in calo anche con prezzi stracciati

Allarme degli albergatori: sommersi dal peso fiscale, siamo pure costretti a tagliare le tariffe

Sul mercato gli alberghi del trapanese hanno messo in questi giorni pacchetti vacanze a 35 euro in pensione completa. Ma neanche questo basta ad attrarre flussi consistenti di turisti soprattutto visto che gli imprenditori devono fare i conti con la scure fiscale e la stretta creditizia delle banche. A lanciare l'allarme è Lorenzo Russo titolare di alcuni alberghi e componente del Consorzio Trapani Turismo. "Al momento – sottolinea – registriamo un calo nelle prenotazioni di oltre il 30% rispetto al 2012".
E sono Iva e Imu i due mali più grossi per Russo. "L'Italia – spiega –  è l'unico paese del mercato comune che si affaccia sul mediterraneo ad applicare l'aliquota del 10% mentre Spagna, Grecia, Cipro e Francia applicano il 4%. Stessa cosa sul costa del lavoro. In Italia, l'assunzione di un dipendente costa il 25% in più rispetto agli altri paesi europei. Tutto questo – aggiunge Russo – influisce sulla nostra competitività sul mercato, se aggiungiamo poi le tasse ordinarie applicate che rimangono più alte del resto d'Europa il conto è salatissimo".
Insomma, secondo gli imprenditori, il fisco incide per oltre il 65% su un settore che deve confrontarsi con paesi molto organizzati e con un fisco più leggero. "Per stare sul mercato – conclude – dobbiamo vendere le stanze a prezzi bassi, poiché ci rivolgiamo prevalentemente ad un mercato estero dove è difficile trovare spazio: un costo pesante tutto a nostro carico e in più l'Imu da pagare che sta mettendo sul lastrico diverse aziende".  

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