L’eredità della dinastia dei califfi Omayyaditi diventa un progetto europeo di cooperazione e turismo. Omayyaditi o Umayyadi è il nome di due distinte dinastie di califfi arabi che, all’epoca del profeta Maometto, erano uno dei clan più ricchi della Mecca. La prima dinastia Umayyada guidò la Umma islamica dal 661 al 750, in seguito trasferì la sede da Medina a Damasco. Quando la dinastia crollò sotto i colpi degli Abbasidi, un membro della famiglia umayyade riuscì a scampare alla strage e a riparare a al-Andalus (nella Spagna islamica) dopo essere stato accolto dalla famiglia berbera della madre in Nordafrica. In Spagna fondò il califfato di Cordova. Per ripercorrete le tappe di questo viaggio nel Mediterraneo, e per recuperare i simboli e le tracce di un’intera dinastia che abitava i famosi “castelli umayyadi” disseminati nel Mare Nostrum, nasce il progetto “Umayyad” con l’obiettivo di lanciare un itinerario turistico in ben sette Paesi: Spagna, Portogallo, Italia, Tunisia, Egitto, Libano e Giordania. Per l’Italia partecipa il Circuito Castelli e Borghi medievali che ha sede a Palazzo Bonocore, a Palermo.
L’idea è quella di costruire veri e propri pacchetti turistici tematici che seguano un itinerario definito, e si riconoscano sotto un comune marchio comune turistico; in preventivo anche iniziative di formazione (come tour operator e amministratori locali), ma anche la creazione di musei e film documentari dedicati al tesoro Umayyad. Il tutto si può scoprire sul sito www.umayyad.eu che è da leggere come una vera e propria guida virtuale alle tappe del viaggio alla scoperta del patrimonio Umayyade.
“Umayyad propone itinerari turistico culturali integrati in 7 paesi mediterranei, alla scoperta di monumenti e simboli dell’influenza culturale cultura araba, che divengono elementi identitari comuni che si estendono anche al presente – spiega Lucenzio Tambuzzo, a capo del Circuito siciliano – La dominazione arabo-berbera ha impregnato aspetti fondamentali della cultura siciliana pervenuti sino a oggi a partire dalla toponomastica e dall’enogastronomia, per non parlare dell’influenza araba in ambito monumentale e urbanistico: oltre al sito seriale arabo normanno di Palermo, Cefalù e Monreale (riconosciuto dall’Unesco), hanno un’impronta riconoscibile decine di comuni e borghi di Sicilia, basti pensare ai rabat o ribat (quartieri) che ancora si osservano oltre che a Palermo, a Sutera, Agrigento, Sambuca di Sicilia, Naro e altrove”.
In Sicilia partecipano al progetto i siti di Adrano, Agrigento, Burgio, Butera-Pietraperzia, Calatafimi Segesta, Castellammare del Golfo, Cefalù, Enna, Erice, Marsala, Noto, Palermo, Siracusa e Taormina.
E’ allo studio una mostra dedicata al turismo culturale e l’itinerario degli Omayyadi che tocca anche i castelli e le fortezze siciliane che risalgono al periodo arabo-normanno, sia nell’entroterra che nelle zone costiere, con particolare attenzione ai borghi medievali, borghi e castelli. Per informazioni: 091.6870520.
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