Nel turismo del vino, nel 2023, saranno decisive le esperienze capaci di attrarre turisti indipendentemente dalla fama della cantina o della bottiglia e, ancora di più, l’uso della tecnologia nella prenotazione e nella fidelizzazione dei visitatori. Ne è convinta Donatella Cinelli Colombini, ideatrice nel 1993 di Cantine aperte e del Movimento turismo del vino oltre che produttrice di Brunello di Montalcino e Orcia, che traccia le novità nel settore dell’accoglienza. “In Italia, la Toscana è ancora in posizione leader ma altre destinazioni del vino stanno crescendo. Il male oscuro delle cantine turistiche italiane è ancora la loro proposta tutta uguale”, spiega Cinelli Colombini, sottolineando come “le esperienze vadano diversificate e strutturate in base ai profili di enoturisti: i turisti del vino classici cioè i veri appassionati, gli altospendenti, soprattutto esteri, che chiedono momenti esclusivi e infine i talebani che cercano cose estreme come i ‘vini senza mani’, i vini cioè ultra-famosi o con caratteristiche straordinarie”.
Ma c’è un altro fenomeno nascente che secondo Donatella Cinelli Colombini “se ben comunicato, riesce ad attrarre visitatori indipendentemente dalla fama della cantina, anzi la potenziano in modo enorme ed è rappresentato dalle esperienze sul vino”. Infine, l’importanza dell’elettronica sia nella prenotazione che nelle fasi successive alla visita. “La tecnologia, per l’enoturismo italiano – conclude Cinelli Colombini – è capace di trasformare i visitatori delle cantine in clienti che continuano a comprare bottiglie, anche dopo il ritorno a casa, attraverso il wine club e l’e-commerce proprietario”.