Il Val di Fassa il ‘carnascèr’ (carnevale) è espressione della cultura locale, l’ironia e l’irriverenza sono gli ingredienti principali d’ogni manifestazione carnascialesca. Elementi piccanti che snocciola a piena voce il ‘Bufon’, maschera tipica assieme a ‘Lachè’ e ‘Marascons’, in tutte le occasioni, sbeffeggiando simpaticamente, con formule arcaiche e nuove in lingua ladina, chi gli capita a tiro. Lo spasso è alla base anche delle ‘comedies’ o ‘mascherèdes’, spettacoli teatrali in ladino, che nella versione più antica tramandata dal ‘Grop de la Mèscres da Delba e Penìa’, mettono in scena, sull’accogliente palco delle ex scuole elementari di Penia, storie e personaggi d’un tempo vestiti di una leggerezza che regala tante risate e buoni sentimenti.
La sorpresa condisce le sfilate mascherate nelle diverse piazze dei paesi, in primis quella di Campitello che la domenica che precede martedì grasso porta in centro una delle feste più rinomate della valle. Il 4 marzo, martedì grasso, è un tripudio di appuntamenti da Moena, a Pozza, a Vigo e Soraga dove fino a tardi paesaggi e vette dolomitiche imbiancate si colorano dell’euforia contagiosa del “carnascèr”, che si conclude a sera a Pian, splendido borgo sopra Campitello, con l’accensione di un falò, anticipato da un corteo di giovani che agitano campanacci, che simbolicamente brucia festa e inverno.