Impianti chiusi non fermano la movida nelle baite. Bolzano annuncia controlli

Un paesaggio invernale fiabesco con gli impianti di risalita fermi. E’ l’immagine -che la montagna offre in questi giorni. Nel fine settimane in Alto Adige, come anche in altre zone di montagna in Italia, alcune baite sono state prese d’assalto.
“Così di certo non va, intensificheremo i controlli – annuncia l’assessore al turismo Arnold Schuler -Ovviamente non è il caso di generalizzare, molti rifugi non erano affollati e hanno rispettato le regole”.
Di certo non sono i rifugi isolati, raggiungibili solo con ore di salita, a preoccupare. Sono invece i tradizionali locali dell’après ski a valle e le baite facilmente raggiungibili e conosciute per la ‘movida’ ad aver registrato un notevole afflusso di clienti, come documentano anche alcune foto che hanno scatenato dibattiti sui social media.
Ma i gestori dei locali si difendono: c’è chi incrimina la prospettiva della foto che farebbe sembrare la gente più ammassata di quanto fosse in realtà, le chi fa invece presente che ben 6 uomini della sicurezza avrebbero controllato l’osservanza delle regole anti Covid.
Mentre in Austria a Natale probabilmente gli impianti di risalita potranno aprire per i residenti, con le baite che resteranno chiuse, in Italia la situazione è inversa. Questo suscita i malumori degli impiantisti altoatesini. “Hanno deciso in solitudine che possono aprire tutti, tranne gli impiantisti. Senza impiantisti però manca la gestione del territorio. Aprono solo poche baite, qualche parcheggio, singoli alberghi. Ovviamente presi d’assalto. Così non funziona”, afferma Elmar Pichler Rolle, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Esercenti Funiviari (Anef) dell’Alto Adige – Da quasi tre mesi le nostre proposte per la gestione dei territori montani durante i mesi invernali sono sul loro tavolo, ma nessun membro del governo – non il presidente del consiglio o un ministro, ma neppure un vice ministro o un sottosegretario, ci ha chiamati per un confronto, per ascoltarci per lo meno. Questo è inaccettabile e non degno di una democrazia”, tuona Pichler Rolle che ribadisce la richiesta di poter aprire almeno alcuni impianti per i residenti.

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