La Valle d’Aosta ha aderito a un progetto interregionale per la qualificazione ambientale delle strutture ricettive in quota, per rendere maggiormente fruibile la montagna a livello turistico. Promossa dalla Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur, in collaborazione con gli assessorati regionale al Territorio e Ambiente e con il dipartimento di Scienze Merceologiche dell’Università di Torino, l’iniziativa è articolata in varie fasi, la prima delle quali riguarda, come spiega Jean Pierre Fosson, Direttore della fondazione, la realizzazione di un osservatorio tecnologico e gestionale, ovvero una banca dati sui rifugi alpini. Dai primi dati raccolti dall’Osservatorio delle tecnologie ambientali per i rifugi alpini valdostani emerge che l’utilizzo delle tecnologie eco-compatibili è in costante aumento. Attualmente il 56% delle 52 strutture aperte al pubblico in alta quota utilizza pannelli fotovoltaici, il 57% possiede un impianto di potabilizzazione dell’acqua e il 62% di essi utilizza una fossa settica per il trattamento dei reflui. Questi dati si riferiscono a 35 dei 52 rifugi presenti nel territorio valdostano.