La marmotta del Lyskamm si mostra finalmente al pubblico nella sua nuova casa, un ambiente del Museo regionale di Scienze naturali Efisio Noussan nel Castello di Saint-Pierre, che ha guidato negli ultimi due anni le operazioni di recupero, conservazione e studio del reperto. Da oggi, 14 giugno, la piccola marmotta è accolta in una teca che potrà ospitarla per i prossimi 500 anni. L’ambiente al suo interno è privo di ossigeno, completamente ecosostenibile e indipendente dall’energia elettrica, con la possibilità di calibrare all’occorrenza i parametri chimico-fisici, prevenendo il deterioramento della mummia.
La mummia è stata scoperta nel 2022 dalla guida alpina Corrado Gaspard sulla parete est del Lyskamm, ghiacciaio appartenente al gruppo del Monte Rosa a quota 4291 m.
I primi a interessarsi della mummia del Lyskamm nel 2022, insieme ai ricercatori del Museo di Scienze naturali, erano stati quelli dell’Istituto per lo studio delle mummie dell’EURAC Research di Bolzano, che hanno collaborato alla definizione delle procedure per il recupero e successivamente ad assicurare la conservazione del reperto, una volta collocato presso i laboratori del Museo. Sempre in collaborazione con EURAC sono stati ottenuti i primi dati, tra cui la datazione al radiocarbonio che lo fa risalire al medio olocene (circa 6.600 anni fa, come detto).
Elemento estremamente sorprendente, legato al ritrovamento e allo studio della mummia del Lyskamm, è lo stato di conservazione del reperto che, oltre allo scheletro, ha mantenuto pressoché intatti, per gli ultimi 66 secoli, anche i tessuti e la pelliccia. Questa straordinaria integrità permette di compiere, insieme alla mummia, un vero e proprio salto indietro in un tempo in cui, come confermato dagli studi sul profilo genetico dell’animale, le marmotte non erano così diverse dalle nostre.