Il Forte di Bard, una delle fortezze militari più conosciute dell’arco alpino, e oggi è uno dei poli culturali più importanti del Nord-Ovest. Il progetto di recupero dell’intero complesso e di rilancio del borgo medievale è stato attuato con il contributo finanziario del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e del Fondo di Rotazione Statale nell’ambito della riconversione delle aree in declino industriale.
“L’Italia è un Paese che ha un patrimonio culturale immenso che rappresenta lo spirito dell’Europa. La rinascita di questo complesso grazie ai fondi europei ridà anima alla storia, facendo rivivere mura antiche e restituendole alla comunità, diventando allo stesso tempo luogo di cultura e motore di sviluppo per il territorio”, osserva Beatrice Covassi, capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea.
L’intervento è durato oltre 10 anni e nel 2006 è stata aperta al pubblico l’Opera Carlo Alberto con il Museo delle Alpi. Alla fine il ‘rinnovato’ Forte di Bard può contare su una superficie di 14.467 metri, di cui 3.600 mq di aree espositive e 2.036 mq di cortili interni, con 283 locali, 385 porte, 296 feritoie e 806 gradini.
Dal giorno dell’inaugurazione è diventato un polo culturale di richiamo internazionale, passando dalle 98.000 presenze del 2006 alle 312.000 del 2016. Il Forte si è segnalato per l’organizzazione di eventi e l’allestimento di importanti mostre come ‘I Tesori del Principe del Liechtenstein’ (48.358 visitatori), ‘Marc Chagall. La Vie’ (56.838), ‘Yann Arthus Bertrand. Dalla Terra all’Uomo’ (45.236), ‘Montserrat. Opere maggiori dell’Abbazia’ (48.276), ‘Pablo Picasso. Il colore inciso’ (34.836) e ‘Steve McCurry. Mountain Men’ (49.249). A ciò si aggiungono progetti di produzione artistica, tra cui quelli con il fotografo statunitense Steve McCurry, il documentarista e fotografo francese Yann Arthus-Bertrand, Magnum Photos e il fotografo ceco Josef Koudelka.
“In questi dieci anni il Forte di Bard – spiega Sergio Enrico, presidente del comitato di indirizzo del complesso – è diventato davvero ‘forte’. Il punto debole è che bisogna fare un secondo passo cercando di sfruttare al meglio sul territorio queste potenzialità. Abbiamo un luogo conosciuto a livello internazionale, dobbiamo fare in modo che sia una calamita che attiri persone sul territorio”.