Courmayeur da scoprire tra geologia, notti in montagna e land art

A volte il divertimento e la meraviglia si misurano in passi. Quest’estate Courmayeur propone varie iniziative per chi vuole esplorare il territorio a caccia di esperienze, emozioni e storie. Si cammina di giorno, inseguendo i geologi per farsi rivelare i segreti di questo angolo delle Alpi, e sperimentando una serie di attività – trekking, astronomia, fotografia, perfino golf – in modalità notturna, avvolti da un manto di stelle. Oppure ci si addentra in Val Ferret, per ammirare dal vivo una gigantesca opera di Land Art di Michelangelo Pistoletto, che simboleggia il dialogo infinito tra cultura e natura e le vette del Monte Bianco scomposte e dipinte da Vanni Cuoghi.

Per la prima volta il Géofestival, organizzato dall’Associazione Beaufortain Géo Découvertes in Savoia e Alta Savoia, approda da questo lato del Monte Bianco, partendo da Chamonix e arrivando a Courmayeur. La rassegna, vero e proprio “viaggio al centro della pietra”, coinvolge i geologi, che diventano guide, divulgatori e intrattenitori, raccontando in diretta – camminando con il pubblico – le caratteristiche più affascinanti delle montagne. Oltre all’incredibile avventura delle rocce del massiccio del Monte Bianco, si parlerà del lavoro intrapreso per prevenire i rischi glaciali e periglaciali, in conseguenza del riscaldamento globale.

Le passeggiate del Géofestival, che si svolgono dalle 8.15 alle 17, sono adatte a tutti, e aiutano a maturare una nuova consapevolezza sul legame tra roccia, suolo, biodiversità e attività umane. Qui si cammina tra le vette, con milioni di anni di storia sotto la suola delle scarpe. Iscrizioni obbligatorie, ulteriori info e luoghi di ritrovo consultabili su www.geofestival2022.com

Al buio forse si vede meno, ma si sente di più: dopo tramonto i suoni del bosco diventano ancora più suggestivi, e i profumi più intensi. Ecco perché Courmayeur Outdoor Nights vive di notte: questa rassegna apre le porte a una serie di esperienze uniche.

Ogni martedì, fino al 30 agosto, c’è ‘Vaghe stelle dell’Orsa’. Si cammina accompagnati dalle guide naturalistiche, scoprendo storie e miti legati alle costellazioni: Cassiopea, l’Orsa Maggiore, Antares, in un racconto che si dipana ad ogni passo. I mercoledì, invece, fino al 31 agosto, sono dedicati al Bagno di Foresta, o Forest Bathing, immersione benefica nella natura per assorbire l’energia di un luogo magico come la Val Veny. Entrambi gli appuntamenti sono organizzati da Trekking Habitat. (info@trekking-habitat.com – 3358118731). Il 18 luglio è tempo di Stargazing in Val Ferret, a Les Maisons de Judith, osservazione del cielo con gli esperti dell’Osservatorio Astronomico della Valle d’Aosta. Stessa proposta, ma diverso scenario, l’8 agosto: questa volta ci si sposta in Val Veny, nel bosco del Peuterey, sempre con gli astronomi. (info@courmayeurmontblanc.it, eventi.courmayeurmontblanc.it).

Skyway Monte Bianco resta invece aperta in orario serale, per proporre Skyway Sunset Trekking insieme alle guide escursionistiche della Società Guide di Courmayeur: si sale in funivia, condividendo musica, chiacchiere e degustazioni, e si scende a piedi, con la pila frontale. (www.montebianco.com/it)

‘Dov’è il Terzo Paradiso?’ Forse nel cuore della Val Ferret, di fronte alle storiche baite di Glorianda Cipolla, dove Michelangelo Pistoletto ha trovato una nuova “casa” per l’emblematico simbolo della sua poetica, formula della creatività e dell’armonia. L’installazione, ideata per una permanenza di almeno 15 anni, diventerà una delle Ambasciate Terzo Paradiso, luoghi che contribuiscono a ispirare una trasformazione in senso responsabile della società attraverso idee e progetti creativi, e sarà presentata al pubblico domenica 31 luglio alle 11.30, alla presenza dell’artista.
Pistoletto – biellese ma cittadino del mondo, personalità tra le più rappresentative degli ultimi decenni – ha tracciato, appunto, il Terzo Paradiso, riconfigurazione del segno matematico dell’infinito, ai piedi del Monte Bianco, in una delle vallate più suggestive delle Alpi. L’opera, ampia 54 metri, è stata collocata tra il verde e il movimento del suolo, in delicato equilibrio: per la realizzazione è stato adottato un approccio focalizzato sul riutilizzo, impiegando tronchi di abete già tagliati e presenti in zona, alternati su alcuni ceppi con dischi di acciaio specchiante.

 

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