A 2 anni dall’inserimento di Venezia nel World Monument Fund, ovvero nella lista dei 67 siti storici e archeologici più a rischio a causa della gestione incontrollata dei flussi turistici, in città non è ancora cambiato niente. A denunciarlo il Codacons, che chiede di prevedere il ‘numero chiuso’ per le grandi navi e per i croceristi che sbarcano in città.
“Eppure, in quel frangente, il presidente dell’Autorità Portuale Costa aveva sottolineato la necessità di tale provvedimento, contro il turismo mordi e fuggi – rileva l’associazione – Ma come tutti ben sappiamo, questa tipologia è tipica anche del turismo crocieristico, che concede ai naviganti solo poche ore di tempo per visitare la città. Il risultato è che, in periodi dell’anno come questi, oltre ai tanti turisti che arrivano via terra si aggiungono le decine di migliaia di crocieristi che vanno ad impattare notevolmente sul patrimonio storico-culturale, oltre che sull’ecosistema della città”.
“Fino ad ora – prosegue il Codacons – tutti i dibattiti e le polemiche si sono concentrati sui gravissimi passaggi delle grandi navi davanti Piazza S. Marco, mentre in realtà, sappiamo poco dell’effettivo danno provocato da questo esercito di avventori armati di macchinetta fotografica una volta scesi a terra, come ben poco sappiamo, per contro, a tutela del crocierista-consumatore, di quanto Venezia sia adeguata ed attrezzata per sopportare e accogliere questa tipologia di visitatori”.
“L’auguro – conclude la nota – è che il sottosegretario ai Beni Culturali Ilaria Borletti Buitoni individui la soluzione migliore tenendo ben presente anche la possibilità di estendere l’eventuale scelta del numero chiuso anche ai crocieristi, poiché, come ha già ben rilevato, non è Venezia che deve adeguarsi a questo tipo di turismo, ma è il turismo che deve adeguarsi alla città”.