Otto sono le spiagge venete, otto le bandiere blu assegnate. Nonostante l’en plein, e nonostante le presenze che, da sole, sfiorano il totale di quelle registrate complessivamente in tutta l’Italia, la nostra regione non sale sul podio.
“Ne ho piene le tasche di queste classifiche fuorvianti, che si basano sulla quantità di vessilli assegnati. Ci sono regioni che hanno una miriade di microspiagge, con relativo numero di bandiere che è giocoforza più alto rispetto a quello realizzato dalle regioni con meno arenili, ma più estesi”, sbotta Marco Michiellil, presidente di Confturismo Veneto.
Soddisfatto per il risultato ottenuto, che conferma i vessilli dell’anno scorso, Michielli punta però il dito contro quella che definisce “una classifica ingannevole, che pone in testa altre regioni basandosi sul dato quantitativo delle bandiere assegnate.
Il metodo del Fee è quello di assegnare una bandiera per ogni spiaggia, quindi le regioni con molte piccole località ne ottengono banalmente di più – spiega Michielli – ma questo non rappresenta affatto una classifica di maggior o minore qualità ambientale, e rilevo capziosità nello stilare le graduatorie regionali sulla base del numero dei riconoscimenti assegnati. Così si induce infatti il lettore a una impropria classifica in cui si sottende una miglior qualità complessiva nelle regioni con il maggior numero di bandiere blu riconosciute.
Se questo è il criterio, quante dovrebbe averne la Grecia? Un numero sterminato: in una ipotetica classifica europea, con le sue 2.200 isole e decine di spiaggette per isola sarebbe imbattibile – sbotta Michielli – Con questa chiave di lettura la nostra regione non potrà mai comparire prima tra le regioni”, conclude.