“Meglio una city tax sul conto dell’albergo e sui souvenir, piuttosto che un biglietto d’ingresso da 50 euro per visitare Venezia?”. A lanciare l’idea di tassare maschere, gondole e i vetri di murano, insomma tutti prodotti caratteristici di Venezia che i turisti si portano a casa, è il vicesindaco Michele Vianello, che liquida come l’ennesima invenzione la proposta avanzata dall’economista britannico ed editorialista del Financial Times, John Kay, di un ticket da almeno 50 euro, per salvare la città. “Questo signore lasci che siano gli amministratori di Venezia a decidere replica il vice sindaco quello a cui sto lavorando è una city tax sul modello che c’è negli Stati Uniti, non solo per Venezia ma anche per le altre grandi città d’arte come Roma, Firenze e Napoli. Una tassa facoltativa, che i comuni possono, se vogliono, applicare a tutta la filiera turistica per colpire non solo il turismo residenziale, ma anche quello mordi e fuggi”. “Piccole cifre precisa vinello mica grandi somme: a Venezia abbiamo bisogno di 20 milioni di euro all’anno, non di più”. Soldi destinati esclusivamente a coprire i costi aggiuntivi per i servizi (rifiuti, trasporti, ecc.) che le grandi città d’arte devono sborsare per far fronte all’assalto dei turisti.