È stato connotato da “inspiegabile e ingiustificabile leggerezza” il comportamento del Getty Museum che acquistò la statua in bronzo dell’atleta vittorioso di Lisippo sulla base di pareri sulla sua lecita provenienza espressi solo dai consulenti del venditore nonostante “l’autorevolissimo partner” che aveva affiancato il Getty nella trattativa, il Metropolitan Museum di New York, si fosse sfilato dall’acquisizione dell’opera nutrendo “perplessità” sulla sua provenienza.
Lo scrive la Cassazione nelle motivazioni di conferma della confisca della statua che fece il suo ingresso negli Stati Uniti quando arrivò, via nave, nel porto di Boston nell’agosto del 1977, dopo il decesso del magnate Jean Paul Getty che l’aveva fortemente voluta. L’opera era rimasta per un breve periodo al Museo delle Belle Arti di Boston, e poi trasferita al museo di Denver in Colorado, per arrivare dove ancora si trova, al Getty Museum di Malibù in California.
“Le motivazioni della Cassazione sono chiare. Il Getty Museum ne prenda atto e restituisca l’atleta di Lisippo all’Italia – afferma il ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli -. Il Governo si sta già attivando perché questa importante testimonianza del nostro patrimonio culturale torni nel nostro Paese”.