Il macchinista del treno deragliato il 24 luglio a Santiago de Compostela, Francisco Garzon Amo, ha ottenuto la scarcerazione, in quanto avrebbe ammesso la propria imprudenza e nessuno ha sollecitato per lui la detenzione. Il macchinista ha lasciato ieri sera poco dopo la mezzanotte e mezza il palazzo di giustizia di Santiago, dove era stato interrogato per circa sei ore dal procuratore Luis Alaez. Non ci sarebbero pericolo di fuga né di inquinamento delle prove, si è saputo da fonti giudiziarie. Per questo Garzon è stato rimesso a piede libero. Il magistrato gli ha imputato 79 omicidi e 178 ferimenti, gli ha ritirato il passaporto e per sei mesi anche la licenza di conduttore. La Renfe, la società che gestisce le ferrovie spagnole, si è costituita parte offesa per accedere a tutte le fasi dell'inchiesta. Garzon, a sua volta, come dipendente della Renfe ha diritto ad essere assistito dalla società nella sua difesa.
Intanto è il presidente della Galizia, Aberto Nunez Feijo, difende la modernità e l'affidabilità delle linee ferroviarie dell'alta velocità in Spagna e critica alcuni media stranieri per come hanno puntato il dito sulla carenza di adeguate misure di sicurezza. "L'alta velocità in Spagna è sicura – ha affermato – l'incidente è avvenuto in un tratto in cui non c'è l'AVE, che sulla Ourense-Santiago si sta ancora costruendo e sarà pronta entro il 2018. Alcuni media stranieri mi sono apparsi 'eccessivi' nella ricerca di cause tecniche. Forse – ha aggiunto – perché sull'alta velocità ci sono interessi enormi e qualcuno teme di perdere appalti ai quali partecipano anche imprese spagnole".
Stasera alle 19, nella cattedrale barocca di Santiago, si svolgeranno i funerali solenni delle vittime, alla presenza del premier Mariano Rajoy.