Il Museo delle Reali Ferriere Borboniche ha aperto i battenti a Mongiana, in Calabria. Un primo esempio di archeologia industriale che rivive all'interno dell'antica fabbrica recuperata e restituita alla fruizione grazie ad un finanziamento della Regione Calabria. Il Museo è anche una testimonianza della vicenda amara di un sud messo nelle condizioni, con l'Unità d'Italia, di subire la cancellazione del primo polo siderurgico della penisola. Qui sorgeva il triangolo dell'acciaio da dove ogni anno venivano prodotti fucili e pistole, assieme ad oggetti di uso quotidiano e materiale ferroviario. Dietro l'angolo però c'era il declino a documentarlo, tra i pannelli che animano il percorso espositivo, è l'avviso d'asta, datato 1874, dell'Intendenza di Finanza di Catanzaro per l'alienazione dell'intero complesso e di tutti i suoi beni. Con la chiusura della 'Mongiana' le macchine vennero trasferite a Terni, dove approdarono molti operai calabresi. Altri emigrarono nel Nord Italia e altri ancora presero le vie degli Stati Uniti e del Canada.
”Questo polo siderurgico d'eccellenza che dava lavoro ad oltre duemila persone – ha detto Giuseppe Scopelliti, presidente della Regione Calabria, nel corso dell’inaugurazione – è la dimostrazione di un sud produttivo e all'avanguardia al punto d'avere costruito intorno a sé anche una propria filiera. La decisione di recuperare questa struttura fa parte di una strategia più ampia e complessiva che abbiamo messo in campo per valorizzare questo grande patrimonio che va integralmente recuperato e reso fruibile''.