Sono pochi e circoscritti i segnali di ripresa del turismo umbro. Tranne poche eccezioni, rimane basso il dato sulla redditività, che in tempi di crisi è drammaticamente calata, mettendo in difficoltà i bilanci aziendali. Secondo i dati ufficiali c’è un miglioramento nei primi 8 mesi del 2014, con un +6,53% negli arrivi e +1,06%. Ma in generale il dato è altalenante con un -15,90% negli arrivi e -17,95% nelle presenze nel mese di marzo, moderatamente negativi giugno e luglio, in crescita gli altri mesi. I territori con le migliori performance sono Orvieto, Amelia, Assisi, Perugia, Valnerina, Todi.
“Siamo in una fase molto delicata – sottolinea Vincenzo Bianconi, presidente Federalberghi Confcommercio della provincia di Perugia – in cui diventa essenziale potenziare gli strumenti e gli interventi che possono aiutare la ripresa del turismo e disinnescare per converso quelli che la ostacolano”.
Si conferma il fatto che le grandi manifestazioni fanno bene al movimento turistico.
“Anche per dare una risposta oggettiva ai polemisti di turno – evidenzia Bianconi – abbiamo fatto una indagine tra le strutture di Perugia durante Eurochocolate, e le risposte sono state inequivocabili: il giudizio sul periodo è stato buono/ottimo, con presenze superiori o uguali rispetto all’anno scorso, e turisti provenienti soprattutto da Lazio, Campania, Toscana, Marche, Puglia. I grandi eventi funzionano, per questo vanno rafforzati”.
Tra gli altri elementi che Federalberghi valuta con soddisfazione c’è il bando regionale per la riqualificazione delle strutture ricettive e dei campeggi. “Di questo aspetto – annuncia Bianconi – parleremo nel corso del nostro annuale Forum del Turismo, in programma il 25 novembre a Perugia”.
Tra gli ostacoli alla ripresa del turismo prima tra tutti c’è la tassa di soggiorno. “Al nuovo sindaco di Perugia Romizi – conclude Bianconi – chiediamo di mantenere le promessa di abolirla. Alle amministrazioni che stanno pensando di introdurre l’imposta di soggiorno diciamo una volta di più che non è questa la strada per far quadrare i bilanci e che sarebbe una scelta miope tagliare le gambe all’unico settore che, nonostante il fosco quadro economico generale, oggi sta un po’ meglio degli altri, e in prospettiva ha tutte le caratteristiche per essere la chiave del rilancio di interi territori”.