lunedì, 23 Dicembre 2024

Hotel, compagnie e turismo tra le vittime degli attentati di Bruxelles

Ancora non c’è un calcolo complessivo delle perdite economiche subite da Bruxelles a causa degli attentati, ma queste si aggireranno sulle centinaia di milioni di euro. I più colpiti sono compagnie aeree ed aeroporto, hotel, turismo, caffè e ristoranti, negozi. Un ulteriore fardello di cui l’economia belga dovrà portare il peso, dopo essere già stata duramente colpita dal ‘lockdown’ della capitale a novembre quando, una settimana dopo gli attacchi di Parigi, l’allerta terroristica schizzò ai massimi livelli in città e tutto venne chiuso, musei e locali inclusi. Solo in quei giorni i danni stimati furono di 350 milioni di euro, pari allo 0,1% del pil belga del quarto trimestre 2015.   

L’aeroporto di Zaventem non ha ancora fornito cifre sulle perdite dovute alla chiusura totale di 12 giorni, che deve già pensare a quelle che deriveranno dal funzionamento dello scalo ad appena il 20% delle sue capacità per svariati mesi, almeno sino al periodo delle vacanze estive. La distruzione della hall delle partenze in seguito all’esplosione di due bombe non poteva arrivare in un momento peggiore: Brussels Airport aveva appena portato a termine il 17 marzo il rinnovamento di tutta l’area controlli e transiti, oltre alle zone shopping e ristorazione, con investimenti sui 100mln di euro. I negozi, le catene, i franchising, ma anche lo stesso personale legato ai servizi aeroportuali, hanno già chiesto al governo di intervenire con aiuti per la disoccupazione tecnica.

Il malato più grande resta l’ex compagnia di bandiera, Brussels Airlines, ora sotto Lufthansa: da sempre in condizioni di salute precarie, aveva chiuso il 2015 in rosso. E ora ha comunicato che le sue perdite, dal 22 marzo, veleggiano sui 5 milioni al giorno. Non a caso la priorità per la ripresa dei voli è stata data alla Brussels, nel tentativo di limitare il più possibile i danni.

Anche il settore turistico ha già chiesto l’intervento del governo: gli hotel della città, ha denunciato l’associazione di categoria, hanno registrato un crollo delle presenze del 50% rispetto a Pasqua dello scorso anno. Alcuni grandi hotel hanno addirittura un tasso di occupazione del 18%. Stesso discorso per le attrazioni turistiche: l’Atomium, monumento simbolo di Bruxelles, ha visto il 98% delle cancellazioni dal 22 al 31 marzo. E il fine settimana di Pasqua ha registrato appena 3.247 presenze, “una cifra” così bassa “mai raggiunta nella storia dell’edificio”.

Anche il parco della Mini-Europa ha avuto appena il 40% dei visitatori previsti, e il Museo di scienze naturali è passato da 3mila a 900 presenze. Il programma di rilancio da 400 mila euro messo in piedi dalla città per rilanciare il turismo a Bruxelles dopo il ‘lockdown’ fa ora amaramente sorridere.

 

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