Non tarda la risposta di Airbnb dopo l’attacco lanciato ieri da Federalberghi. “È frustrante anche se non del tutto sorprendente, vedere continuamente attacchi contro nuove forme di turismo che consentono ai cittadini di integrare il proprio reddito e di ampliare il numero di turisti nel nostro paese. Il tipico host di Airbnb in Italia guadagna 2.300 euro condividendo i propri spazi per 26 giorni all’anno. Lo scorso anno sono stati ospitati più di 3,6 milioni di viaggiatori, generando un impatto economico pari a 3,4 miliardi”, dicono dalla piattaforma.
“Continueremo a lavorare con le istituzioni – aggiungono – facendo chiarezza rispetto a studi che per loro stessa ammissione confrontano dati non omogenei (il numero di annunci presenti su Airbnb e il numero delle strutture registrate presso i Comuni), sviluppando e diversificando il turismo in Italia, aiutando le famiglie della classe media a soddisfare i propri bisogni”.
Inoltre, Airbnb precisa poi che “la grande maggioranza degli host italiani sono privati che utilizzano le opportunità fornite dalla piattaforma per integrare il proprio reddito”.
Secondo il portarle non si tratta di operatori professionali e per questo, nella maggior parte dei casi, non hanno necessità di inviare comunicazioni o richiedere licenze ai Comuni.
Airbnb pubblica regolarmente dati relativi alla comunità Airbnb. Nel maggio di quest’anno ha reso disponibile uno studio sui benefici che Airbnb ha generato per l’economia italiana (http://bit.ly/AirbnbStudioItalia).
Secondo Airbnb “disponibilità e notti prenotate non sono la stessa cosa: solamente perché il calendario mostra che un annuncio non è disponibile, non significa che sia prenotato”. E la metodologia di verificare la disponibilità di un annuncio in calendario è pertanto impropria perché presume che il calendario di ciascun host sia aggiornato, ma non è così. Date non disponibili non indicano necessariamente una prenotazione, perché potrebbe darsi semplicemente che il padrone di casa abbia voluto tenere per sé quelle date oppure che sia occupato e non disponibile a ricevere ospiti in quel periodo”.
Infine una casa con due stanze può contare fino a tre annunci, per la casa intera o per le singole stanze. Un annuncio su Airbnb non è necessariamente una casa, ma magari solo una parte di essa. Per quanto riguarda l’ubicazione degli alloggi Airbnb spiega di avere recentemente pubblicato dati che sottolineano l’impatto positivo sui piccoli centri e che dimostrano come la crescita degli ospiti in arrivo nei piccoli centri sia il 42% superiore rispetto alla crescita registrata nelle città principali.