sabato, 23 Novembre 2024

Federalberghi: Firenze rischia saturazione, servono più controlli

“Crescono i numeri del turismo. Le presenze nelle strutture alberghiere dell’area metropolitana di Firenze fanno registrare un costante aumento in questi ultimi anni, anche se le contingenze internazionali possono far cambiare rapidamente la situazione e ad esempio a maggio si è vista una flessione. Buono anche l’andamento delle prenotazioni per i prossimi mesi, che fa ben sperare in vista dell’autunno. Il problema adesso consiste nella necessità di migliorare il nostro sistema dell’accoglienza, impreparato a far fronte a questo crescente flusso di arrivi, che stanno saturando la città, ingenerando il rischio dell’incapacità a rispondere alla domanda sul fronte della qualità, che invece è la frontiera a cui necessariamente le città d’arte devono tendere”. Ad affermarlo Francesco Bechi, presidente di Federalberghi Firenze.
“Noi non siamo e non saremo mai per il numero chiuso – sottolinea Bechi – però bisogna avere la capacità di offrire servizi differenziati e personalizzati per un turista che viene qui per vivere una sua esperienza particolare ed è disposto ad investire per questo. Dobbiamo offrire agevolazioni ad esempio per chi pernotta negli alberghi di Firenze, che possano essere una via più veloce per l’accesso ai musei o particolari visite guidate a luoghi meno sfruttati turisticamente. Ma servono anche strutture logistiche in grado di coordinare l’offerta turistica, mettere in rete ogni singolo museo o attrazione, ma anche strutture ricettive, ristorazione e via dicendo, quel visitors center che più volte abbiamo proposto senza mai una risposta, un punto di riferimento unificato per chi arriva a Firenze. Soprattutto appare necessario un maggiore controllo sul sistema città, a cominciare da risciò, taxi a pedali, bus turistici, musicisti ambulanti. Sono questi i punti su cui dobbiamo riflettere se vogliamo evitare una svalutazione di Firenze con gravi ripercussioni sotto il profilo economico, perché se calano le attese diminuisce anche la possibilità di puntare al turismo di qualità”.

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