martedì, 26 Novembre 2024

Viaggiare produce 8% di gas serra: conto più salato per Maldive, Mauritius e Seychelles

Viaggi e vacanze sono responsabili di quasi un decimo delle emissioni mondiali di gas serra. Dal viaggio al souvenir, passando per hotel e ristoranti: ogni attività genera un quantitativo di CO2, e il conto finale ammonta a diversi miliardi di tonnellate di carbonio ogni anno.

A calcolare l’impatto dei viaggi sull’ambiente è uno studio capitanato dall’università di Sydney, che per la prima volta ha analizzato il turismo a 360 gradi. Stando all’indagine, pubblicata sulla rivista Nature Climate Change, tra il 2009 e il 2013 la spesa turistica mondiale è aumentata del 30%, da 2.500 a 4.700 miliardi di dollari. Di pari passo, l’impronta di carbonio del turismo globale è passata da 3,9 miliardi a 4,5 miliardi di CO2, pari a un +15%. La cifra, più grande di quattro volte rispetto alle stime precedenti, costituisce circa l’8% delle emissioni mondiali.

A livello geografico il maggior quantitativo di gas serra legato al turismo è generato dagli Stati Uniti. Segue la Cina, che grazie all’espansione della sua classe media registra l’incremento maggiore. Alle loro spalle si trovano i turisti tedeschi, indiani, messicani e brasiliani.

Il conto più salato è però quello pagato da località come Maldive, Mauritius e Seychelles, dove il turismo internazionale genera tra il 30 e l’80% delle emissioni nazionali. Per queste isole oltre al danno c’è la beffa: tra sbiancamento dei coralli e aumento del livello del mare, sono le aree della Terra che più pagheranno il prezzo del cambiamento climatico.

La voce che più pesa sull’atmosfera sono i trasporti, in primis i viaggi aerei (900 milioni di tonnellate di CO2, un quinto del totale). Tra le altre fonti cospicue di emissioni ci sono lo shopping e il cibo, mentre i viaggi di lusso e le mete esotiche sono la tipologia di turismo più onerosa anche per l’ambiente. Il trasporto aereo, evidenziano i ricercatori, è tra i settori esclusi dall’accordo di Parigi sul clima. “Il turismo crescerà del 4% all’anno fino al 2025, più di molti altri settori economici. Per questo le emissioni aeree andrebbero incluse nei prossimi impegni climatici”, dicono gli esperti, che suggeriscono di tassare le emissioni dell’aviazione civile.

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