Modificare l’itinerario del 3% dei voli aerei dimezzerebbe il riscaldamento climatico da scie di condensazione entro il 2040. E’ quanto emerge da un nuovo report di Transport & Environment, principale organizzazione indipendente europea per la decarbonizzazione dei trasporti. Le emissioni non-CO2 dell’aviazione sono quelle che pesano di più sul clima, afferma lo studio. Ridurre le contrail, cioè le scie lasciate in cielo dagli aerei che volano in condizioni di aria fredda e umida, “costerebbe” un incremento del carburante solo del 5%, afferma il rapporto, e basterebbero poco più di 2 euro a biglietto (di un volo intercontinentale) per contenerne l’impatto.
Latitudine e orario del volo incidono sull’impatto delle scie, afferma il report di T&E: i voli sopra il nord America, l’Europa e la regione dell’Atlantico settentrionale, nel 2019, hanno causato oltre la metà del riscaldamento globale derivante da contrail. Quanto agli orari, le scie formate dai voli serali e notturni hanno l’impatto maggiore.
Altrettanto vale per la stagionalità: le scie con l’effetto più pronunciato tendono a formarsi in inverno. Allungare le traiettorie per ridurre le scie è una misura a effetto climatico sempre positivo, osserva il rapporto spiegando che i benefici sono sempre maggiori – tra le 15 e le 40 volte – rispetto agli impatti delle emissioni addizionali di Co2 generate dal cambio delle traiettorie di volo.